Il Vangelo di oggi si ricollega al martirio di Giovanni Battista che abbiamo celebrato settimana scorsa: Gesù, sentito dell’arresto di Giovanni, lascia Nazareth, dove aveva abitato dopo il ritorno dall’Egitto, e si reca a Cafarnao, terra di frontiera con popoli pagani. Questo trasferimento non è casuale, ma inserito nel piano messianico secondo la profezia di Isaia: l’evangelista vuole dirci che Cristo porta la salvezza a tutti, anche ai pagani: sono loro il popolo che abitava nelle tenebre, mentre è Gesù colui che viene come una grande luce. Ci sono una continuità ed una contrapposizione fra la predicazione del Battista e quella di Gesù: entrambi predicano la conversione e proclamano vicino il Regno dei cieli, ma mentre il Battista viene rifiutato e ucciso a Gerusalemme, cioè nel centro della nazione ebraica, Gesù si rivolge a coloro che sono ai margini di quel popolo.
La predicazione di Gesù inizia con queste parole: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”.
Sono le parole che oggi Gesù rivolge anche a noi.
Anzitutto: “Convertitevi!”, parola che ci richiama ad un cambiamento nel nostro modo di guardare e di valutare cose, persone e costumi di vita.
Il nostro è un mondo affascinante dal punto di vista materiale ed è facile starvi comodi; eppure tutti sperimentiamo che la quantità di beni materiali non significa essere felici.
Cosa ci manca?
Nel Vangelo di Giovanni Gesù ci invita a “volgere lo sguardo a colui che hanno trafitto”: è lì, nella Croce, la bellezza che salverà il mondo: è la bellezza nascosta nella umiliazione e nel sacrificio di Gesù vissuti liberamente per noi; bellezza riflessa in ogni sacrificio vissuto liberamente e per amore nelle famiglie, nel vicinato, nel mondo.
Potremmo dire che in uno sguardo c’è tutto di noi stessi: la nostra capacità di guardare nel cuore dell’altro, di provare sentimenti di comprensione, di fastidio o di avversione.
È questo il cambiamento che oggi Gesù ci propone: cambiare chi e come guardare, e, di conseguenza, cambiamento di desideri e di scelte di vita.
È la strada per il regno dei cieli; ma già da oggi è la strada per una vita veramente più umana, non fatta di sguaiata e falsa allegria, di trasgressioni e di mancanza di rispetto in nome della propria libertà; di queste cose il mondo ne è pieno e invadono le nostre case e le nostre coscienze, e ci rubano quanto abbiamo di più sacro.
Il regno dei cieli che Gesù annuncia e che già ora ci consente di pregustare è fatto di fatica onesta e di pace serena e gioiosa, perché consapevoli di vivere sotto lo sguardo amorevole e misericordioso di un Dio che ci è Padre.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale