Gentile Direttore, di rientro dalla villeggiatura di agosto scopro dal Suo giornale che è in atto una raccolta firme popolare contro il consumo di suolo e per difendere il territorio da nuove colate di asfalto e cemento.
Dopo averla sottoscritta ho ritenuto necessario, qualora volesse concedermi spazio sul suo sito, portare un contributo alla causa e dai miei archivi ho rispolverato le immagini della scellerata pista di emergenza da Bobbio a Barzio.
Da su per giù vent’anni quella scellerata pista segna come una cicatrice la montagna. In altopiano forse se la sono dimenticata ma chi come me dal centro valle si sposta quotidianamente in direzione Lecco non può fare a meno di osservarla ogni giorno. E ricordare quei tempi.
Se la memoria non mi inganna, ma mi corregga se sbaglio, i fautori dell’impresa sono le stesse personalità che oggi amministrano l’altopiano e la Comunità Montana.
E oltre allo sfregio nel bosco vanno menzionate le reti di sicurezza, che si vedono nelle foto d’epoca, e venne costruita una stazione di pompaggio per l’innevamento artificiale con tanto di macchinari.
Una maxi opera pagata con denaro pubblico, anzi sarebbe più corretto dire stra-pagata perché il Comune di Barzio accese mutui che condizionarono le amministrazioni per più di un decennio.
Tutto questo per nulla, perché come risaputo la pista non fu mai omologata, non venne resa operativa e la stessa società Itb dei Piani di Bobbio sin dalle presentazioni pubbliche del progetto – ero presente! – dichiarò di non volerne sapere.
NOTA EDITORIALE
Interrogata sul tema Itb – Imprese turistiche barziesi chiarisce che “è un’opera che Itb non ha seguito né caldeggiato sebbene il rientro a Barzio in situazioni di emergenza era ed è una priorità, e forse questo incentivò l’investimento su un tracciato che comunque già esisteva. Si tratta di una vicenda del passato che nulla ha a che fare con i nostri investimenti a monte in corso attualmente: Itb ha un’altra programmazione e un’altra prospettiva. Al termine dei lavori il ripristino dell’area e la componente naturalistica saranno la priorità”.
Rispetto ad oggi, all’epoca non si parlava di Olimpiadi, ritornano invece parole d’ordine come “investimenti per la rinascita del territorio”. Quello che vediamo però sono solo soldi nostri mandati al macero da quelle stesse persone che ora parlano di seggiovie in Artavaggio, autostrade e mega parcheggi.
U. C.
————————
I contributi pubblicati su questo giornale sono opera di singoli i quali si assumono la responsabilità delle opinioni espresse – non necessariamente condivise da Valsassinanews. La redazione resta a disposizione per repliche o spiegazioni che le persone coinvolte volessero eventualmente rilasciare.