MILANO – Ascoltate oggi in Regione Lombardia le ragioni del No alla “autostrada” di Barzio.
Una rappresentanza dei promotori della petizione che nel mese di agosto ha raccolto oltre 1.200 firme è stata invitata questa mattina, martedì 29 novembre, ad esporre di fronte ai dirigenti degli uffici competenti le proprie analisi in merito ai Patti Territoriali che vorrebbero tracciare una nuova strada di collegamento tra Barzio e la partenza della funivia per i Piani di Bobbio, e le preoccupazioni dei firmatari affinché nuovi parcheggi possano causare ulteriore consumo di suolo.
La petizione, aperta il 6 agosto scorso e ancora attiva sul portale Change.org col titolo “Stop alle Olimpiadi del cemento in Valsassina”, raccolse subito il favore di residenti, villeggianti e turisti. Lo stesso assessore regionale alla Montagna e agli Enti locali Massimo Sertori, insieme al sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia Antonio Rossi, si disse disponibile a convocare un tavolo di confronto nei primi giorni di settembre. Il tavolo però non venne istituito e i promotori della petizione agirono dapprima, a metà settembre, protocollando le sottoscrizioni in 14 copie, una per ogni ente e ufficio coinvolto nel Patto Territoriale, e un mese dopo, a metà ottobre, chiedendo un incontro presso gli uffici dell’Assessorato agli Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni di Regione Lombardia.
“Nel chiedere udienza all’assessorato regionale – spiegano i promotori – ci siamo attenuti al regolamento dei Patti Territoriali evidenziando come la Comunità Montana non avrebbe rispettato il compito di invitare tutti i portatori di interesse pubblico; inoltre, lo stesso regolamento attribuisce alla Regione la ‘disponibilità a supportare i processi di concertazione territoriale'”.
“L’incontro di questa mattina – proseguono i rappresentanti dei 1.200 firmatari – ci ha permesso di chiarire una serie di aspetti carenti o non definiti nel progetto di fattibilità proposto dal Comune di Barzio relativo alla nuova infrastruttura viabilistica e servizi annessi a valle dell’abitato, quali la fattibilità tecnica, la sostenibilità ambientale e finanziaria, l’efficienza economica. Tutti elementi di valutazione che, ci risulta, nel caso barziese non essere stati né prodotti né depositati”.
“Il confronto con i dirigenti regionali, infine, ci ha permesso di sottoporre alla loro attenzione che il progetto di fattibilità barziese non contiene alcuna valutazione trasportistica sulle motivazioni dell’intervento e sui suoi effetti sulla mobilità locale, ma solo generiche affermazioni non supportate da dati“.
“Con questo incontro – concludono – riteniamo di aver fatto tutto quanto nelle nostre possibilità per dare alla politica e ai tecnici gli strumenti per ripensare un progetto totalmente non necessario e che, soprattutto, comprometterebbe il territorio in maniera irreversibile. Ci affidiamo ora alla saggezza dei nostri interlocutori, ma continueremo a vigilare riservandoci di intraprendere ulteriori iniziative qualora venisse nuovamente messa a repentaglio la ricchezza naturale che è vanto delle nostre terre”.
RedBar
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