MILANO – Il CAI Lombardia, a firma del suo presidente Emilio Aldeghi, interviene nel dibattito sull’emendamento al progetto di legge regionale n. 241 che assegna ai primi cittadini delle località lombarde la responsabilità di decidere se i sentieri in montagna possano essere transitabili da mezzi motorizzati (vedi nostro recente articolo).
“Abbiamo appreso dell’emendamento al progetto di legge N° 241, seconda legge di revisione normativa approvato in data 29 novembre in Consiglio della Regione Lombardia – scrive il CAI -. Il consigliere regionale Alex Galizzi è stato il firmatario con Floriano Massardi [entrambi della Lega, ndr] dell’emendamento che delega ai sindaci la regolamentazione e i permessi di transito dei mezzi motorizzati sia sulle strade agro-silvo-pastorali che su tutti i sentieri montani e non. Le parole in tema del consigliere Galizzi: “Con questo emendamento si toglie il divieto assoluto finora esistente di transito con mezzi a motore sulle mulattiere di montagna, divieto che poteva avere deroghe solo dalla Regione. Con tale modifica della legge regionale saranno i comuni a poter decidere come regolamentare l’utilizzo di sentieri e mulattiere. Per esempio, una mulattiera non utilizzata dagli escursionisti potrebbe essere dedicata al transito delle moto, anche a fini turistici”-
“Attualmente – spiega Aldeghi per il CAI – la legge regionale 27/2008 e la legge regionale 5/2017 istitutiva della REL vietano categoricamente il transito di mezzi motorizzati su sentieri e mulattiere, e concede deroghe per i proprietari e per chi lavora sui fondi agricoli (concessione che viene rilasciata dal sindaco). Il Gruppo Regionale CAI Lombardia in sintonia con le commissioni operative regionali esprime forte preoccupazione in merito all’emendamento appena votato riscontrando molte negatività“.
“Ci chiediamo come possano i sindaci decidere di liberalizzare alle moto i sentieri andando incontro a gravi responsabilità, tra cui eventuali sinistri assolutamente prevedibili data l’elevata frequentazione dei sentieri da parte degli escursionisti. Dovrebbero poi garantire con adeguati stanziamenti il mantenimento dei sentieri in condizioni di sicurezza e stabilità, quando è noto che il passaggio dei mezzi motorizzati scava solchi pericolosi anche dal punto di vista idrogeologico; senza contare che dovrebbero poi assicurare con misure adeguate di controllo il rispetto di eventuali deliberazioni. Inoltre è evidente che nel caso di percorsi in aree naturali quali Parchi, Rete Natura 2000, Corridoi ecologici, la modifica del transito non è libera ma richiede la valutazione degli effetti ambientali sulla biodiversità, sicché la modifica appare anche in stridente contrasto con le disposizioni nazionali ed europee in tema di protezione dell’ambiente”.
“In un momento in cui, all’uscita dalla pandemia, abbiamo tutti riscoperto i benefici dell’escursionismo e delle passeggiate sui sentieri e sulle VASP, l’emendamento suona davvero stonato e in contraddizione con quanto chiedono i cittadini lombardi. Ci chiediamo perché mai il concetto di montagna libera debba essere associato al concetto di montagna sfruttata. Ci chiediamo perché la politica sia sorda alle vere esigenze della montagna: manutenzione dei sentieri, pulizia degli alvei dei torrenti, rispetto per l’ambiente vegetale ed animale. Crediamo che il termine turismo non sia da associare a pratiche invasive di un ambiente naturale – conclude la nota del CAI Lombardia – ma alla voglia di apprezzare luoghi come le montagne capaci di ridarci il gusto di vivere in sintonia con quanto di bello la natura ci offre. Crediamo che la politica debba con forza e non con emendamenti come quello recentemente approvato da Regione Lombardia sostenere il concetto di sostenibilità che comprende anche il trattare in modo nuovo le risorse ambientali, con proposte lungimiranti. Riteniamo che il recente emendamento sia una assurda forzatura della legge rispetto alla fruizione dolce sui tracciati montani.
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*Credit immagine in copertina: cilentonotizie.it