Cara Valsassinanews, il provvedimento regionale ancora fresco di approvazione che consente ai sindaci di autorizzare l’accesso ai mezzi motorizzati anche su sentieri e mulattiere delle nostre montagne [ne abbiamo parlato qui e qui] inevitabilmente va ad incrociare la logica del paventato e milionario intervento di riqualificazione della esistente strada agrosilvopastorale che dalla Valle Imagna arriva fino all’altopiano Valsassinese transitando anche sul territorio del comune di Morterone. Nel consolidato e diffuso gergo politichese, più semplicemente, dicesi “Valorizzazione” anche se in realtà e molto più concretamente si tende ad allentare gradualmente i mal sopportati vincoli territoriali e ambientali che, a fatica, cercano di resistere da molti anni.
Da qualche tempo e soprattutto dopo la forte opposizione di buona parte delle popolazioni locali più interessate oltre che delle associazioni ambientaliste, almeno ufficialmente, non si sente più parlare e con la stessa insistenza di voler asfaltare lunghi tratti della cosiddetta “Strada delle 3 Valli” anche se è risaputo che ci si sta muovendo in quella elettoralistica direzione con grande insistenza che però, dopo le forti proteste e le corpose opposizioni al progetto non viene più strombazzata sugli organi di stampa come era avvenuto nel recente passato. Eppur si muove!
La cosa procede ed è ovviamente incardinata nel periodo preelettorale e alla consultazione ormai imminente per il rinnovo del consiglio regionale: i proponenti, infatti, cercano di non perdere proprio adesso il ventilato finanziamento di 4,5 milioni di euro che vorrebbe “valorizzare” anche questo tracciato viabilistico che si snoda in una splendida e ancora intatta area della montagna lombarda. Per quanto mi riguarda non ho nulla in contrario al fatto che la si voglia migliorare al transito, purché chi di dovere faccia rispettare le regole e dunque controlli i “pesi massimi” che circolano da quelle parti, evitando lesioni al “fondo” che è stato progettato per il quotidiano utilizzo ma con altre e più rispettose modalità. La mia contrarietà, e a dire il vero non solo la mia, è notoriamente legata alla reiterata e inopportuna scelta di volerne asfaltare il sedime stradale invece di optare per altre soluzioni tecniche meno impattanti per l’ambiente e già ampiamente collaudate in altre regioni, evidentemente più sensibili e attente alla tutela dell’ambiente naturale e del bene comune.
Il progetto della “Strada delle 3 Valli” lungi dall’essere accantonato sta dunque andando avanti, per così dire, sotto traccia e non potrebbe essere diversamente visto che sta cercando di affiancarsi al contesto di un l’altro più corposo e, almeno nelle intenzioni, apprezzabile intervento legato al recupero della viabilità storica sui territori delle comunità transorobiche, la cui realizzazione è già avviata. Sia chiaro che sono due cose diverse, sia sul piano ideale che più squisitamente “culturale” ed ambientale ma a qualcuno piacerebbe viaggiassero con lo stesso passo, sostenendosi l’un l’altra. Parallelamente procede però anche l’implementazione e la creazione di nuovi percorsi cicloturistici che consentano di collegare il territorio lecchese con l’Alto lago e la Valtellina, in alternativa ai percorsi esistenti e a quelli in fase di attuazione anche sulla Riviera. Tutto ciò per facilitare l’accesso al nostro territorio e consentirne una maggiore fruizione turistica, attraverso la diffusa pratica escursionistica oltre che degli sport non solo stagionali sul lago e in montagna.
Se si considerano gli altri progetti, che vengono da lontano e sono legati alle “Strategie delle Aree interne – Alto Lago di Como e Valli del Lago” ma anche alla “Via del Bitto – alta via del gusto e dei sapori” ben si comprende come ci si trovi di fronte ad una visione progettuale ampia e dunque foriera di benefici per questi nostri territori sempre alla ricerca di nuove collaborazioni e sinergie con le aree confinanti. Migliorare viabilità e mobilità, sono infatti queste le priorità dell’attuale periodo. Come si vede c’è tanta carne al fuoco e i soldi per le pubbliche amministrazioni non mancano con i bandi del PNRR, dei fondi europei e di Regione Lombardia: questi consistenti contributi, se ben utilizzati, consentiranno di incidere in modo determinante sulla realizzazione delle tanto attese infrastrutture anche turistiche sul territorio della Valsassina e delle valli limitrofe e non mancheranno di dare il necessario impulso a un settore che aveva proprio bisogno di questa iniezione di risorse e di fiducia.
La morale è una sola: proprio come dovrebbe avvenire anche per la “Strada delle 3 Valli” e per le altre opere pubbliche che sono in cantiere nel bel mezzo degli spazi ancora incontaminati delle nostre montagne, l’importante è che si usino materiali meno invasivi di asfalto e cemento, per non creare danni irreversibili all’Ambiente in cui viviamo. La mano pesante la si usi nel fare i necessari controlli anche sulle Terre alte, facendo dunque rispettare quelle regole che troppo spesso sono scritte solo sulla carta ma vengono quotidianamente violate nel disinteresse anche di molte amministrazioni locali a ciò preposte.
Claudio Baruffaldi