Caro Direttore,
frequento la Taceno-Bellano da quando portavo i pantaloni corti e siccome sono in vista dei 70 anni, di acqua ne é passata davvero molta sotto i ponti del Pioverna verso la Riviera ma, nella sostanza, poco o nulla é stato fatto per migliorarla soprattutto nel primo tratto caratterizzato dalla presenza di strette gallerie tra Taceno e la località Portone/Pennaso in comune di Bellano: oggi come ieri sento, periodicamente, dire e lo leggo anche sui giornali che quella strada, grande novità, é pericolosa e non adatta ai mezzi pesanti che ai giorni nostri sono molto più ingombranti di 60 anni fa. Limiti di portata, a parte. Tutte cose che sappiamo e sono già state scritte, con insistenza, anche da autorevoli testate giornalistiche nell’ultimo mezzo secolo.
Da allora, da quando portavo i pantaloni corti, é accaduto con frequente “regolarità” che le strade – provinciale e statale – sul lungolago tra Lecco e Colico siano rimaste interrotte a causa di incidenti o frane e, manco dirlo, in quelle occasioni rispunta puntuale come il mal di pancia il consiglio/necessità/urgenza di utilizzare con il traffico veicolare la Valsassina per aggirare tali ostacoli aggiungendo, però, che bisogna prestare attenzione perché Questa non é una strada adatta per i mezzi pesanti, soprattutto quelli di ultima generazione. Non credo che tale raccomandazione serva ad eliminare il disagio e tantomeno le criticità del transito sul poco agevole tracciato sotto le strapiombanti pareti di questa sgarruppata arteria stradale che, lei stessa, é stata più volte interrotta anche recentemente a causa della caduta di sassi e terriccio dai boschi che la sovrastano. San PNRR, aiutaci tu!!
Percorrendo la Taceno-Bellano, che necessita di un bypass in galleria per evitare le attuali strozzature rappresentate dai vecchi e stretti tunnel, non ci si sente molto sicuri e come accade ogni due per tre si corre anche il rischio di incontrare qualche TIR straniero diretto alla Superstrada che, dicendo di aver sbagliato nell’interpretare la segnaletica, blocca il traffico finché non arrivano le lodevoli Forze dell’ordine a sbrogliare la matassa: armatevi comunque di pazienza perché ci vuole il suo tempo per tornare alla normalità. A me é successo un paio di volte ma vi assicuro che non intendo ripetere l’esperienza.
In più. In certi tratti si vive lo stesso disagio che assale il viandante quando sale dai tornanti, senza parapetti, della Ballabio-Morterone: in entrambi e casi per garantire la sicurezza servono, infatti, paraslavine e paravalanghe che proteggano anche dalla caduta di sassi e pietrisco in ogni stagione dell’anno e dopo ogni temporale o nevicata. Per farla breve, passata l’attuale emergenza dovuta anche all’ultima e corposa caduta massi sulla nuova Lecco-Ballabio, si metteranno in cantiere le soluzioni operative per risolvere definitivamente i problemi citati o, all’italiana e confidando nello “Speraindio”, tutto resterà avvolto nell’oblio fino al prossimo incidente? Se non lo si vuol fare o se non si può fare, lo si dica chiaramente e la si smetta di prendere in giro i cittadini ad ogni caduta massi!
Mi sa che questa volta i nostri politici, con le elezioni regionali alle porte, non potranno fare a meno di metterci la faccia e prendersi l’impegno di risolvere una volta per tutte queste gravi criticità.
Claudio Baruffaldi
Già sindaco di Primaluna (1985-1995),
presidente Comunità Montana VVVR (1992-1996)