Egregio Direttore,
in questi giorni di passione molti Valsassinesi, in coda verso Lecco e Milano hanno purtroppo avuto il tempo per ripensare alle occasioni perse per risolvere le nostre ancora attuali criticità viabilistiche che, in alcune valli a noi vicine hanno invece saputo affrontare e ne sono venuti a capo in tempi ragionevoli. Le soluzioni avrebbe già dovuto trovarle chi si ostina a considerare la Valsassina come un corridoio di comodo da usare all’occorrenza, a costo Zero.
È bene considerare che in questo momento con i fondi del PNRR si stanno distribuendo soldi pubblici per ogni “necessità” e la breve galleria tra Taceno e Portone potrebbe rientrare facilmente in tali finanziamenti e faccio un esempio: in una località di media montagna in centro Italia sono stati assicurati ben 30 milioni di euro per costruire una pista di sci, estivo, in plastica, in una stazione sciistica che raggiunge a malapena la modesta quota di 1700 metri e ciò per compensare la cronica mancanza di precipitazioni nevose degli ultimi anni. La notizia é stata riportata dai media nazionali ma anche stigmatizzata dagli ambientalisti locali e da una rivista che va per la maggiore fra gli appassionati di montagna. Giusta o sbagliata che si voglia considerare questa scelta e impatto ambientale a parte, quelle popolazioni sono state comunque compatte nel chiedere ai loro rappresentanti politici soluzioni alternative a favore dell’economia locale. In tale contesto, si potrebbe negare a noi un’opera ben più utile e duratura e dai costi razionalmente più giustificabili? La morale é una sola: a questo mondo chi ha l’ardire di chiedere, ottiene anche quello che non é indispensabile e c’é invece chi, almeno all’apparenza, si accontenta di quel che ha ma solo finché non cade qualche sasso dai versanti e allora con il blocco della strada scatta il prolungato mugugno.
Ho recentemente scritto che la Valsassina ben difficilmente potrà rappresentare una valida alternativa alle strade della Riviera finché esisterà il “tappo” sulla Taceno-Bellano che si può comunque bypassare con una galleria di un chilometro e mezzo o poco più, come previsto dallo studio di fattibilità offerto una decina di anni fa alla Comunità Montana della Valsassina dall’architetto Alberto Nogara e non preso in seria considerazione. Se questa soluzione qui da noi ancora oggi sembra fatalmente irrealizzabile, come del resto agli scettici sembrava un obiettivo impossibile da raggiungere anche la nuova Lecco-Ballabio, bisognerebbe almeno farsene una ragione se ogni due per tre si resta ingolfati in ingorghi poi difficili da districare. Con la massima franchezza voglio anche dire che in Valle, alla faccia della compattezza, a molti non piace affatto che la Valsassina, anche saltuariamente, venga utilizzata come un alternativo corridoio di scorrimento verso Valtellina, Valchiavenna e la Superstrada 36. Siccome non tutti i Valsassinesi hanno, però, la possibilità di lavorare vicino a casa, si tenga presente che i fondi necessari per costruire tali infrastrutture si ottengono più facilmente se tali opere servono il maggior numero di cittadini possibile e travalicano il contesto strettamente locale: se non ci sono accordi largamente condivisi i soldi, molto semplicemente, vanno altrove e servono a risolvere i problemi anche viabilistici di altre comunità più coese e concrete.
Per quanto riguarda, infine, la possibilità di ottenere finanziamenti pubblici da destinare ad opere infrastrutturali é bene non scordare che con il PNRR stiamo vivendo un momento positivo molto simile agli anni in cui, grazie al boom economico oltre che a scelte politiche improntate da determinazione e larghe vedute, furono inaugurate la Superstrada da Milano a Lecco (1967) e poi anche il raddoppio in galleria verso Colico e la Valtellina (1987) e da ultimo il tunnel per superare in sotterranea il capoluogo di provincia (1999). Per il territorio della Valsassina furono a suo tempo ipotizzate e mai realizzate la cosiddetta “Autostrada delle nevi” ma anche la costruzione della tratta ferroviaria tra Lecco e Taceno e un impianto a fune verso la Val Biandino per favorire il turismo sui monti. Forse questo era un po’ troppo da ottenere tutto e subito, per una valle prealpina ancora poco propensa a chiedere con forza quanto le spetta e che oggi si “accontenterebbe” di un nuovo sfogo viabilistico in galleria verso Bellano, da utilizzare soprattutto quando sono impraticabili le strade già esistenti.
Poi si cominciò a pensare in grande anche per la Valsassina ma solo grazie all’impegno e la determinazione politica del senatore Cesare Golfari, diciamolo, abbiamo portato a casa la nuova Lecco-Ballabio (2006) alternativa allo stretto budello imbrigliato nei quartieri alti del capoluogo che, anche in queste ore, rappresenta una trappola insuperabile se non a costo di lunghe code, gigantesche arrabbiature e costi economici ancora da quantificare per gli imprenditori locali. Oggi e come ben sappiamo quel collegamento veloce con Lecco é interrotto per frana e impone soluzioni non più rinviabili pena il decadimento socioeconomico della Valsassina, Turismo compreso. Le cose vanno dette chiaramente e chiaramente illustrate anche ai più giovani che non hanno responsabilità e tantomeno colpe per le lentezze e le non-scelte del passato ma che più di altri ne subiranno le conseguenze. Restassero dei dubbi sulle cose da fare, ancora una volta non si dimentichi che in centro Italia, in un Amen e solo per fare un esempio di dominio pubblico, con il PNRR si sono trovati trenta milioni di euro per una pista da sci estivo in plastica mentre sulle nostre montagne ancora si dubita e si tentenna nel chiedere con la necessaria fermezza i più che legittimi finanziamenti per realizzare una breve galleria tra Taceno e Portone con le indispensabili protezioni e i paraslavine, anche sulla Ballabio_Morterone.
Con l’auspicio che il 2023 porti i finanziamenti indispensabili alla nostra tribolata viabilità e qualche chilometrica coda in meno, Auguro Buon Natale e un proficuo nuovo anno ai lettori di Valsassinanews.
Claudio Baruffaldi
Già sindaco di Primaluna (1985-1995),
presidente Comunità Montana VVVR (1992-1996)