Con parole semplici, ma che dicono l’incredibile verità del Natale di Gesù, Papa Benedetto XVI diceva: “Il Natale non è una favola per bambini, ma è Dio che entra nella storia umana per farsi incontro a ogni uomo”. Abbiamo bisogno di dire che non è una favola per bambini tanto è una cosa incredibile, cioè lontana da quanto potemmo immaginare: che Dio si sia fatto uomo per venire incontro a noi. Tutti i Vangeli ci parlano a questo modo del Natale: Matteo e Luca ci presentano alcuni tratti storici di questo avvenimento, mentre Giovanni ce ne dà una lettura più profonda che ci rivela il mistero di Dio. Possiamo avvicinarci a questo mistero se non abbiamo la baldanza di chi crede di conoscere il mistero di Dio, ma solo con lo stupore incantato dei piccoli secondo il Vangelo.
Il silenzio e la contemplazione sono lo spazio indispensabile perché possa nascere in noi questo stupore.
Ma “stupore” perché?
Perché il Dio creatore e signore del tempo, d’ogni cosa e dell’intero universo, è come uscito da questo suo mistero per noi impenetrabile ed è venuto visibilmente in cerca di noi.
Ma come è possibile? Nessuna religione osa tanto!
Ed ecco nascere altre domande che esprimono nuovo stupore non verso Dio ma verso l’uomo: ma allora quanto vale l’uomo, quale è la sua grandezza da meritare questo discendere di Dio per farsi incontro a noi?
Non si può spezzare l’unità fra questi due motivi di stupore: verrebbe a mancare la ragione stessa del Natale che non è solo il discendere di Dio, ma è il “per noi”.
Il Natale è Dio che proclama a ogni uomo: “Tu sei prezioso ai miei occhi!”.
Dobbiamo ripartire da qui per ricostruire una nuova umanità, un nuovo modo di vivere insieme.
Era in un film, ma il carcerato che ascoltando le parole di speranza che nascono dal Natale chiedeva a Papa Giovanni in visita al carcere di Roma: “Ma quelle parole valgono anche per me?”, esprimevano benissimo la verità del Natale di Gesù.
Perché nel Natale ci sono già tutte le parole e i gesti di perdono, di speranza, di amore che Gesù dirà e compirà in tutta la sua vita.
Non avremmo capito e vissuto il perché del Natale se fosse per noi solo un momento di fede e di amore verso Gesù e non anche un farci prossimi a ogni uomo, perfino a chi ci fosse in qualche modo ostile.
Sarebbe come se Gesù ci dicesse: “Grazie, ma non hai capito”.
Ci conceda il Signore di gioire, ma anche di non maltrattare il suo Natale.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale