Dopo la manifestazione ai Magi che abbiamo ricordato nella festa dell’Epifania, oggi la Liturgia ci propone il Battesimo di Gesù con la sua manifestazione ad opera di Giovanni Battista e del Padre. Anzitutto: cosa ci manifesta Gesù di se stesso ricevendo il Battesimo da Giovanni? Il disagio di Giovanni nel battezzare Gesù è il riconoscimento della sua superiorità: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”. Gesù non nega questa sua superiorità, tuttavia vuole essere battezzato da Giovanni, solidarizzando con gli altri uomini che accorrevano a lui per farsi battezzare, facendosi carico della loro condizione di peccatori pur non avendo peccato.
Esprimerà questo suo atteggiamento anche nell’ultima cena, con la lavanda dei piedi agli apostoli: “Voi mi chiamate Signore e maestro e dite bene; però io sono fra voi come colui che serve”.
Gesù non rinuncia alla sua dignità, ma si fa nostro servitore: come un genitore che non rinuncia alla propria dignità di genitore pur facendosi servitore dei propri figli.
Anzi, proprio nel farsi servitore riluce la vera grandezza.
Alla manifestazione ad opera di Giovanni fa seguito la manifestazione da parte del Padre che proclama: “Questi è il figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.
È l’approvazione del Padre verso il figlio per il modo di come si presenta: servo obbediente, non in modo servile, ma obbediente per amore verso il Padre e servo per amore verso gli uomini.
A questo modo il Battesimo di Gesù diventa la manifestazione
del suo programma di vita, ed anche della misericordia che c’è nel cuore della Trinità verso di noi.
Infine il brano di Paolo agli Efesini ci ricorda come Gesù non riconcili solo gli uomini con Dio, ma anche gli uomini fra loro: per questo, dice Paolo, Egli è la nostra pace.
Rivolgendosi al Padre, la Liturgia dice: “Tu ci hai riconciliati per mezzo del tuo Figlio, perché nuovamente rivolti a te, ci amassimo gli uni gli altri come lui ci ha amati”.
Nel suo Battesimo noi ritroviamo tutto il senso della vita di Gesù: egli ci appare come uomo fra gli uomini e figlio del Padre, che si fa carico di tutto il male, il peccato, le sofferenze e le divisioni di questa nostra umanità per ricondurci al Padre: riconciliati con Lui e fra di noi, a prezzo della sua innocenza e del suo sangue.
Anche noi, battezzati nel suo nome, siamo chiamati ad essere nel mondo operatori di riconciliazione con Dio e fra di noi.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale