DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA



In questa domenica la Chiesa celebra la Festa della Sacra Famiglia, e il Vangelo ci presenta un momento particolare di essa, soffermandosi a presentarci gli atteggiamenti di Maria e di Giuseppe davanti a Gesù. Maria e Giuseppe ci appaiono come persone profondamente animate dalla fede: una fede certamente interiore, ma che si esprimeva anche in gesti esteriori, come il rispetto di quanto prescriveva la Legge. Adempiendo queste prescrizioni e il successivo incontro con Simeone evidenziano che non sono padroni di Gesù e del suo futuro: lo dirà chiaramente Gesù stesso quando verrà ritrovato nel Tempio, dopo lo smarrimento di tre giorni: “Perché mi cercavate? Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio”.

Nascono qui alcune domande e riflessioni anche per i genitori di oggi: quale educazione dare ai propri figli? In particolare, chiedere per loro il Battesimo avviandoli per una strada cristiana? Con quale diritto possiamo fare per loro questa scelta? E successivamente, come aiutarli a conoscere e a corrispondere alla propria vocazione?

Oggi è facile pretendere la propria libertà davanti a un figlio; si dice “Sono una donna, non sono una madre”.

Salvo poi pretendere di avere un figlio perfino contro natura.

Maria e Giuseppe ci si presentano come custodi di Gesù, non come suoi padroni.

Sempre a riguardo di questo particolare aspetto della vita familiare, colpisce l’espressione di San Paolo: “Voi, padri, non esasperate i vostri figli perché non si scoraggino”.

Fa pensare alla drammatica vicenda di quel giovane di 26 anni schiantatosi con l’auto alla vigilia della laurea, così sì credeva, mentre aveva superato solo qualche esame.

Per questo tutto fa pensare che l’incidente sia stato cercato per coprire quella insopportabile bugia detta in famiglia.

Diceva la mamma: “Vorrei lanciare un appello ai giovani: se avete qualche problema, confrontatevi con i genitori. E ai genitori: se i figli vi raccontano qualche bugia, non dico di perdonarli subito, ma di provare a comprenderli, e di cercare da captare segnali anche dalle piccole cose”.

È una testimonianza che ci richiama l’’importanza fondamentale del dialogo, che significa anzitutto ascolto dell’altro, cercare di capirlo nelle sue motivazioni profonde, non usare parole forti e gridate se non dopo aver percorso inutilmente altre strade.

E se siamo cristiani, perché non aggiungere: “pregare in silenzio”?

Nella Messa di oggi si dicono poche parole che esprimono bene il clima che c’era nella Sacra Famiglia: “Nella casa di Nazaret regna l’amore coniugale intenso e casto; rifulge la docile obbedienza del Figlio di Dio alla vergine Madre e a Giuseppe, l’uomo giusto a lei sposo; e la concordia dei reciproci affetti accompagna la vicenda di giorni operosi e sereni”.

L’esempio e il sostegno della Sacra Famiglia ci sono dati perché anche noi, nel travaglio delle nostre vite, possiamo, almeno un poco, avvicinarci a vivere così.


Don Gabriele

Vicario parrocchiale

 

 

 

 

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