BARZIO – Le operazioni di taglio bosco avviate, qualche settimana fa, da un’impresa privata sopra l’abitato di Concenedo, e poi fatte sospendere dal Comune, riprenderanno e “porteranno beneficio anche ai residenti della frazione”.
La questione necessita di opportuni chiarimenti, trovando motivazione anche in una sentenza del tribunale di Milano del 1988 (allora sindaco il DC Franco Plati). “Il bosco interessato dal taglio è di proprietà comunale, così come stabilito dalla sentenza di oltre trent’anni fa – spiega il primo cittadino di oggi Giovanni Arrigoni Battaia – Tale sentenza stabiliva, appunto, la proprietà del bosco, attribuendola al Comune di Barzio e non più all’Opera Diocesana preservazione e diffusione della fede (O.D.). Preso atto della decisione del giudice, però, nessuno ha provveduto, negli anni, alle necessarie volture/rettifiche catastali”.
Da qui, secondo il Comune, l’inghippo che ha portato al fermo delle operazioni di taglio del bosco: “La società interessata a effettuare i lavori ha seguito le necessarie procedure, verificando al Catasto la proprietà del terreno – continua il primo cittadino di Barzio – Dagli atti è emerso che il bosco risultava essere nelle disponibilità dell’O.D. e, a questa realtà, l’impresa si è rivolta, ottenendo il permesso di operare stipulando apposita convenzione. Presentati istanza di taglio, tramite il portale di Regione Lombardia, e il piano di taglio, redatto da professionista incaricato, alla Comunità montana, avendo ottenute le autorizzazioni, ha poi dato il via ai lavori”.
Verificato che l’impresa stava operando su un terreno di proprietà comunale, l’amministrazione comunale ha fermato i lavori e ha chiesto che la questione venisse chiarita.
“Compreso il quadro generale della faccenda, l’impresa dovrà procedere ad annullare l’accordo stipulato con l’Opera Diocesana; che non aveva titolo per sottoscriverlo, non essendo più proprietaria del terreno. Quindi si procederà a un nuovo accordo fra le parti: Comune e impresa. Abbiamo ritenuto giusto lasciare che l’impresa potesse proseguire i lavori, in quanto l’errore non era da attribuire alla stessa, ma anche perché era stato già predisposto tutto il necessario per procedere all’intervento di taglio”.
Considerato che il terreno al centro della vicenda è gravato da uso civico per legna ad uso focatico, si pone un’altra questione: parte della legna tagliata spetta ai residenti di Concenedo, e il ricavato della restante parte va utilizzato/investito per opere e/o lavori da eseguire sulla frazione di Concenedo.
“Secondo le disposizioni in materia a ogni famiglia spetterebbero 100 quintali di legname a uso focatico, “in piedi” (ovvero non ancora tagliato e lavorato, situato nel bosco) – spiega ancora Arrigoni Battaia – In base all’accordo già raggiunto con l’impresa, ai cittadini sarà consegnato un quantitativo di legna “in stanga” direttamente presso le abitazioni, sia per il 2023 che per il 2024. Il quantitativo consegnato sarà proporzionato ai lavori e oneri sostenuti per trasformare la legna da “in piedi” nel bosco a legna in “stanga” presso l’abitazione. Il Comune ha già provveduto a verificare l’interessamento dei residenti: si tratta di undici famiglie”.
Una volta concluso il periodo di taglio concesso all’impresa, il Comune “provvederà a pubblicare l’avviso di taglio aperto alla cittadinanza di Concenedo per tutti i boschi gravati da uso civico per legna ad uso focatico”.