Anzitutto due pensieri riguardanti la Quaresima che oggi iniziamo. “Quaresima” richiama “mortificazione”: vediamola come “mortificazione per la vita”, così come si mortifica una vite quando la si pota, perché dia ancora più frutto. Come ogni anno la Liturgia ci propone come inizio questo Vangelo delle tentazioni subite da Gesù: segno che riconosce questa pagina come fondamentale anche per noi, così come, dopo un terremoto, bisogna fare pulizia delle macerie per poter ricostruire.
Venendo al Vangelo, non sappiamo come si è svolto materialmente, ma crediamo, perché è Vangelo, che corrisponde perfettamente all’esperienza di Gesù: anche lui, come noi, è stato tentato dal demonio.
Abbiamo bisogno di rifarci a questa esperienza di Gesù anzitutto per credere che esiste il demonio e che lavora nella vita personale di ciascuno.
Sono molti i passi del Vangelo in cui si parla del demonio: dalla liberazione degli ossessi fino alla preghiera di Gesù nell’ultima cena, quando Gesù prega il Padre perché ci custodisca dal maligno.
Non vogliamo essere creduloni, ma neppure scettici e superficiali nel credere nell’esistenza del demonio e nel suo operare nel nostro mondo e nella nostra vita.
Il Vangelo delle tentazioni di Gesù ci offre uno spunto per riconoscere tre modi esemplari con cui il demonio opera nella nostra vita per distoglierci da Dio.
“Cambia i sassi in pane”: è l’abbondanza dei beni materiali che tende a soffocare la fame di Dio: “Non di solo
pane vive l’uomo…”
“Gettati giù”: è la ricerca del gesto clamoroso per avere attenzione e consenso, ma che non parla alla ragione e non cerca il libero consenso: “Non tenterai il Dio tuo”. “Se mi adorerai”: è la tentazione, non più camuffata, di adorare il demonio anziché Dio: “Non avrai altro Dio, a Lui solo renderai culto”. Gesù pregherà così nell’ultima cena: “Padre, sono nel mondo, ma non sono del mando: custodiscili dal maligno”.
Viviamo nel mondo certamente fra tante cose belle e buone, ma anche in mezzo a continue tentazioni riconducibili alla ricerca del piacere senza giustizia, del successo personale, del denaro e del potere.
Il Vangelo di oggi non è tanto per incuterci paura, quanto per darci un sano avvertimento.
Ci accompagnano:
lo Spirito che, come spinse Gesù nel deserto, ci spinge a vivere nel mondo senza essere del mondo;
la Parola di Dio: sempre Gesù risponde dicendo “Sta scritto”,
la preghiera di Gesù al Padre per noi.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale