DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO: SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA



Era venuta solo per attingere acqua, e lasciò (o dimenticò) la brocca per correre in città e dire a tutti di quell’uomo incontrato e che aveva sconvolto la sua vita. Se il Vangelo è la buona notizia che Dio ama gli uomini, ciascuno di noi può ritrovarsi nell’esperienza fatta da questa donna, e come Gesù prese per mano lei, ora è qui per prendere per mano ognuno di noi. Vorrei condividere con voi alcuni pensieri.

Era una donna di una città ostile; era una donna in una società maschilista; era una donna poco raccomandabile: questo basti perché nessuno si senta mai escluso dal desiderio di Gesù di incontrarlo e di tendergli la mano.
Era venuta solo per attingere acqua, e si ritrova conosciuta nel profondo della sua vita da questo sconosciuto, e non condannata, ma resa disponibile ad accogliere il Messia: Gesù sa già tutto di noi, ma perché sia vero incontro con Lui bisogna che per parte nostra ci riconosciamo per quello che siamo, senza finzioni.

Quell’incontro non fu certo di pochi minuti se i discepoli fecero in tempo ad andare a fare la spesa: segno che Gesù non ha premura con noi, ma ha a cuore la verità del nostro cammino: le frasi fatte, anche quelle religiose, dette senza convinzione personale, non conducono a un vero incontro con Lui.

Era venuta per attingere acqua e corre via dimenticando la brocca: è il segno di quanto sia stato vero e sconvolgente l’incontro con Gesù.

Corse in città a dirlo agli altri: non erano ancora state inventate le giornate missionarie nelle quali siamo richiamati, noiosamente e senza frutto, al dovere di annunciare Gesù agli altri: lo fece di sua iniziativa, come cosa che prorompeva dal suo cuore dopo quell’incontro. È vero che la nostra esperienza di Gesù non è forse così travolgente come lo fu per la Samaritana; però anche noi possiamo dire:

Cosa sarei senza l’esperienza del tuo perdono?
Cosa sarei senza la fiducia nel valore dei miei sacrifici che mi sembrano inutili come il tuo?
Cosa sarei senza la speranza che Tu mi dai di una vita futura di pienezza, di amore e di gioia?

Mi confronto con questo Vangelo e con le considerazioni fatte e mi riconosco bisognoso del cammino di questa donna e prego il Signore che prenda anche me per mano, anche nella celebrazione di questa Messa, perché sia un vero incontro con Lui così da poter dire anch’io: “Io stesso ho udito, e so che Tu sei veramente il Salvatore del mondo”.


Don Gabriele
Vicario parrocchiale

 

 

 

 

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