POLITICA: L’EVOLUZIONE DEI PARTITI IN VALSASSINA E IL CARRO DEI VINCITORI



Quando nell’ormai lontano 1969, 15 anni tondi-tondi, mi sono iscritto per la prima volta a un partito, provenendo da una famiglia di ferventi e cattolicissimi Democristiani, che allora andavano per la maggiore, non ho dovuto faticare molto a scegliere da che parte stare e del resto c’era poco da scegliere almeno per chi proveniva da questo assai diffuso e largamente condiviso contesto nazionale ma già aveva sulle spalle qualche anno di sacrestia. Come chierichetto, s’intende.

Facendo un salto in avanti di altri 15 anni mi ritrovai sulle spalle la fascia di sindaco di Primaluna e proprio in quella veste, davanti al municipio, una sera di luglio ero fianco a fianco a Umberto Bossi che era salito in Valle per inaugurare la sede della “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania”. Siccome ero stato invitato non persi l’occasione per conoscerlo di persona e devo dire che rimasi affascinato dalla verve e dall’energia del personaggio ma non al punto di cambiar casacca e partito come invece è diventato di moda e pure consuetudine negli ultimi anni 2000, a mio parere, non per motivi di pura idealità politica ma soprattutto per evidenti quanto opportunistici, bassi, calcoli di “carriera” personale. La Storia giudicherà.

Per tentare di “calmierare” i successi elettorali leghisti, in quegli anni, anche la locale Democrazia Cristiana cercò di rinserrare le fila e si parlò insistentemente di creare in Valsassina una sezione unica di quel partito ma, ad un passo dal varo del nuovo soggetto politico tutto andò a catafascio per la decisione di due sezioni locali, Pasturo e Premana, che pur volendo aderire alla nuova creatura avevano però manifestato l’intenzione di tenere il piede in due scarpe e cioè di tener vive, parallelamente, anche le loro sezioni comunali. Ero giovane e inevitabilmente inesperto ma da quella esperienza ne trassi conclusioni molto utili per mio futuro, non solo in politica.

Facendo un altro passo in avanti giunge il momento della discesa in campo di Silvio Berlusconi che dal 1994 raccolse anche in Valsassina una messe di consensi con la sua creatura, quella “Forza Italia” che ancora resiste agli attacchi degli alleati di oggi e di ieri che vorrebbero farsene un sol boccone di simbolo, storia e votanti: nelle intenzioni del burattinaio di turno dovrebbero, infatti, confluire in un unico soggetto politico che però fatica a fare i primi passi visto che, fra loro e manco a dirlo, poco si fidano. Come dicevo, era già successo anche ai miei amici nella Balena bianca i cui capetti, con la prospettata fusione, prevedevano di perdere il loro piccolo potere paesano.

Siamo ora ai giorni nostri e con l’avvento al governo di “Fratelli d’Italia“, opplà, tutti o quasi, i pochi Valsassinesi che ancora si recano alle urne, alle ultime elezioni politiche dello scorso settembre hanno affidato voto e consenso al partito della Meloni che ha fatto la parte del leone anche alla recente tornata amministrativa, dove, in Consiglio regionale a Milano è passata dai 3 rappresentanti del 2018 agli attuali 22 consiglieri mentre, ho letto da qualche parte, la Lega, pur con gli ultimi e poco redditizi acquisti, di consiglieri ne ha persi per strada, la metà: erano 28 e adesso solo 14. Più o meno la stessa cosa hanno fatto gli Azzurri passati da 14 a 6. Questa è la realtà dei fatti e sulla consistenza dei numeri c’è poco da equivocare e se a qualcuno non fa piacere che lo si ricordi è solo un problema suo. Si attendono le, più volte, “minacciate”, repliche.

In questo contesto, così poco tranquillizzante per Forzaitalioti e Leghisti e nonostante le reciproche diffidenze, c’è chi ancora e comunque vorrebbe tentare di riunire le residue “forze in campo” soprattutto per cercare di limitare i danni almeno nell’immediato futuro ma i tempi, come si dice in politichese, non sono ancora maturi. Permettendomi di interloquire per loro, però, c’è poco da dormire se vogliono mettere al sicuro almeno qualche posto al sole: la primavera 2024 vedrà, infatti, il rinnovo di molti consigli comunali anche in Valsassina e visto che “Fratelli d’Italia” ha il vento in poppa non ci sarebbe da meravigliarsi se, sulla cresta dell’onda crescente, riuscisse a trovare anche più di qualche candidato sindaco per i suoi colori, alle prossime amministrative.

Del resto non è un segreto di stato che quando si prevede di vincere-facile i candidati non mancano e la Valsassina, anche da questo punto di vista, non è certamente una Terra che farà eccezione alla consolidata regola. Chi vivrà, vedrà.

Claudio Baruffaldi

 

 

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