Il Vangelo di oggi è la conclusione del discorso di addio di Gesù agli apostoli, ed è la preparazione immediata alla sua ascensione al cielo che celebreremo giovedì prossimo. La finalità del discorso di Gesù è indicata dalle sue parole finali: “… perchè voi crediate”: ancora una volta, dunque, è come se Gesù ci prendesse per mano per aiutarci a credere in Lui e ad addentrarci in quella comunione di vita e di amore che lo unisce al Padre e alla quale vuole che partecipiamo anche noi.
Ci soffermiamo su due punti di questo discorso. “Vi ho detto queste cose mentre sono ancora con voi…, ma lo Spirito Santo vi insegnerà e vi ricorderà ogni cosa”: la fede in Gesù inizia dalla conoscenza di Lui e della sua parola, ma per la loro comprensione abbiamo bisogno della luce e del calore dello Spirito Santo.
Ci riesce difficile spiegare cosa sono questa luce e questo calore dello Spirito Santo: possiamo pensare al modo accorato di parlare di Gesù ai discepoli di Emmaus, o al modo accorato di parlare del padre del figliol prodigo al figlio maggior che non voleva far festa per il ritorno del fratello.
Si può rimanere ostinatamente chiusi nei propri puntigli, pregiudizi, o presunte ragioni, e allora si rimane fuori dalla comprensione di Dio e dall’entrare nella sua gioia; ma si può accogliere docilmente quella sua parola, ed allora ci si apre al mondo di Dio, ai suoi sentimenti, alla sua pace.
Quando un bambino piange e punta i piedi nei suoi capricci, rimane chiuso nel suo risentimento e nel suo dolore; ma se ascolta docilmente quello che la mamma gli dice, allora piano piano si rasserena.
Opera così lo Spirito Santo in noi, e la serenità che ci dona la pace stessa di Gesù.
“Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre”: come si può capire questa parola di Gesù e provare gioia per il suo ritorno al Padre? Un bambino di 8 anni, in punto di morte, diceva alla sua mamma: “Mamma non devi piangere perché io vado alla nonna (morta pochi mesi prima) e da Gesù”.
Incredibile ma vero!
Ci sono cose nel Vangelo che non si possono capire se non ci si lascia guidare dallo Spirito Santo, come, ad esempio: perdonare e amare i propri nemici, ritenersi servi inutili dopo aver fatto tutto il dovuto, comprendere l’amore del Padre verso il Figlio mentre gli chiedeva il sacrificio della Croce, e il “rese grazie” del Figlio al Padre.
Eppure tutto questo ci apre alla pace di Dio, e allora: si accenderà la speranza dove c’era delusione, il perdono dove c’era risentimento, gioia e pace dove c’era turbamento.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale