MINORI IN AFFIDO, CHE BOTTA PER I COMUNI. SI SPERA NEI MINISTERI, PER ORA RESTA LA SOLIDARIETÀ TRA I MUNICIPI



BARZIO – Il teatro della discussione è la sede della Comunità Montana dove si susseguono le riunioni, tecnicamente a gestire questa emergenza è però l’Ambito distrettuale di Bellano – che raccoglie i Comuni del territorio, compresi quelli di Ballabio, Mandello, Abbadia e altri che come noto appartengono politicamente all’altra CM, quella del Lario Orientale-Valle San martino.

Emergenza si diceva: quella legata alle difficoltà finanziarie che i nostri municipi dovranno affrontare nei prossimi mesi, per via del considerevole aumento delle spese per i minori sottoposti a decreto dell’Autorità
Giudiziaria (articoli 80-81-82 Legge Regionale 1/86) e alla mancanza di fondi per sostenere i rimborsi di questi costi, secondo le percentuali approvate in precedenza. Fino a ieri infatti era garantita una quota di rimborso dell’80% ma questo “salvagente” nel pagamento dei circa 50mila euro all’anno per ciascun minorenne in affidamento è saltato, e la spesa prevista nel solo bilancio dell’Ambito di cui sopra supera l’enorme cifra di 1,3 milioni di euro, con una “falla” di oltre 800mila da recuperare in qualche modo.

ESCLUSIVA/Ipotesi di ripartizione dei costi, Comune per Comune
(clicca la tabella per vederla ingrandita)

Stante questa situazione, servono idee e soprattutto fondi per cercare di “coprire” un disavanzo enorme. Urgono proposte, strumenti, relazioni con enti superiori e quant’altro. E mentre giovedì, nuovamente nella sede della CM Valsassina a Barzio si terrà il prossimo aggiornamento tra i sindaci dell’Ambito, la Regione si sta muovendo col Ministero del Lavoro, quello della Famiglia e il MEF (Economia e Finanza) per una almeno parziale copertura dei costi.

Ne riferisce a VN il primo cittadino di Cortenova Sergio Galperti,: “Sarà il problema sociale dei prossimi anni… Un minore in affidamento costa circa 130/150 euro al giorno, giovedì in Comunità Montana cercheremo una ‘riformulazione’ con i sindaci: va “fatto squadra” a sostegno in particolare dei Comuni che si trovano in difficoltà maggiore. In Regione assessore e consiglieri si stanno dando da fare, contiamo su di loro e, internamente, sulle iniziative che potremo avviare tra Comuni dell’Ambito”.

Giovanni Bruno Bussola spiega che “a Ballabio fino a novembre scorso avevamo tre casi di minori in affidamento, ora sono nove, per noi un costo di 300mila euro circa; ma anziché l’80% di rimborso, secondo le proposte avanzate da alcuni enti locali (scendere al 34% di rimborso, ndr) a nostro carico sarebbero circa 180mila euro. Faremo proposte alternative per cercare di limitare i danni, ma in linea generale va riconsiderata anche la misura: 150 euro al giorno vanno bene ma se una famiglia ha due o tre bambini mi sembra che 300/450 euro al giorno non siano giustificati”.

“Durante la settimana – dichiara Monica Gilardiprima cittadina di Colico – avremo questo incontro fra i sindaci o loro delegati dei Comuni facenti riferimento all’Ambito di Bellano per affrontare e risolvere la questione legata all’aumento delle spese per i minori. C’è un dialogo continuo fra sindaci e CM, coinvolgendo anche la Regione per risolvere la problematica che riguarda non solo l’aspetto economico ma anche quello sociale. Per noi sarebbe un aumento intorno agli 80mila euro, ma diverse sono le soluzioni sul tavolo”.

Roberto Combi, borgomastro di Cassina Valsassina crede che si tratti di “un servizio “delicato”, nel senso che il problema dei minori ma anche tutto il mondo dei Servizi Sociali è indispensabile per i Comuni – che però non hanno né il personale né le competenze per gestirlo. Da anni la Comunità Montana gestisce questo servizio con persone qualificate, competenti e soprattutto con una dote essenziale per questo servizio che è la passione e la voglia di mettersi a disposizione. Si possono trovare tutti i dubbi che vogliamo, ma io credo che non si possa mettere in discussione l’operato del servizio”.

“Sicuramente un grande problema – commenta Roberto Azzoni, sindaco di Abbadia – che vede un trend di aumento costi in cui difficilmente si intravede un cambio di tendenza. Per Abbadia stiamo parlando di circa 70mila euro per il nostro comune ma la vera problematica è che tali spese possono essere improvvise e calare come una spada di Damocle sui bilanci comunali. Per i piccoli comuni ritengo che un intervento degli enti superiori sia fondamentale per evitare di non riuscire a chiudere i bilanci”.

Il sindaco di Primaluna Mauro Artusi trova la questione “molto delicata, la politica a livelli più alti deve necessariamente farsene carico. Lo so per esperienza, visto che nei primi anni del mio ormai lungo mandato mi ero ritrovato ad avere ben 12 minori affidati in Comunità!! Sono costi che mettono letteralmente in ginocchio i bilanci dei Comuni, dal momento che incidono sul sempre fragile titolo primo del bilancio, quello delle spese correnti. La scelta fatta da molti anni della quota di solidarietà tra amministrazioni locali ha salvato il mio Comune, allora è giusto che aiuti i paesi che si trovino nella stessa situazione ora. Primaluna ha oggi fortunatamente pochi casi, ma queste situazioni possono cambiare dall’oggi al domani. Noi siamo pertanto per una posizione di integrazione della quota di solidarietà, tuttavia è fondamentale che la questione venga finalmente affrontata a livello governativo, centrale e regionale. Purtroppo in questi ultimi mesi sono arrivate molte risorse per investimenti, ma nulla per le spese correnti – e come noto non è che possiamo spostare risorse da un titolo all’altro…”.

Tra chi spinge per la solidarietà ma con rimborsi più bassi c’è Riccardo Fasoli, alla guida del grosso Comune di Mandello del Lario: “Problema importante, che ha bisogno di risoluzione a livello nazionale e nel frattempo diventa una spada di Damocle per i piccoli Comuni. La solidarietà tra di noi non deve arrivare solo quando il proprio bilancio va in difficoltà. Il problema specifico è da qualche tempo, finora coperto con riserve e avanzi da anni precedenti, ma ora siamo al punto di non ritorno, per noi è una questione gravosa ma rispetto ad altri non siamo quelli che spendono di più; ad esempio è una seria problematica per Ballabio che subisce il “flusso lecchese”, per vicinanza, poi Esino (magari a livello “sporadico”) e Premana. Avremmo bisogno di poter programmare e gestire il futuro, con solidarietà verso i più piccoli, mettendo insieme necessità e servizi, con economie di scala e magari fusioni – come ha fatto Bellano con Vendrogno“.

RedEco

 

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