Il Vangelo di questa domenica contiene alcune raccomandazioni che Gesù diede ai suoi discepoli per prepararli ad essere missionari nel mondo. Si tratta di raccomandazioni non facoltative e che valgono anche per ciascuno di noi e per tutta la Chiesa. Dice Gesù: “Vi mando come pecore in mezzo ai lupi”: traspare da queste sue parole la radicale distanza fra Gesù e la mentalità del mondo.
È vero che Gesù è venuto per tutti e specialmente per chiamare i peccatori a salvezza; ma c’è una mentalità che è radicalmente contraria a Gesù, ed è questa che Gesù paragona a lupi e per la quale, nella preghiera dell’ultima cena per i suoi discepoli, disse: “Padre, ti prego per loro: sono nel mondo, ma non sono del mondo. Custodiscili dal maligno”.
Aveva anche detto: “Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”: il cristiano sa che prima o poi, in un modo o nell’altro, giungerà al punto in cui seguire Gesù o il mondo saranno due strade radicalmente diverse e dovrà scegliere. In questo brano di Vangelo Gesù invita i suoi discepoli ad avere prudenza e semplicità. Prudenza non è l’arte delle mezze misure, del non rischiare, del non esporsi, ma è la capacità di giudicare rettamente secondo il Vangelo.
E semplicità non è altro che avere un comportamento conseguente e coerente: “Il vostro parlare sia sì se è sì, no se è no. Il di più viene dal maligno”.
Come è bella la figura di un cristiano che si comporta così! Così è stato Gesù: davanti al Padre e davanti agli uomini.
Chiamati a vivere nelle ambiguità del mondo, Gesù ci inviata ad armarci di prudenza e di semplicità e a cercare luce di giudizio e forza per un comportamento coerente nello Spirito Santo non aspettandoci manifestazioni clamorose; la sua ispirazione è più vera quando è accolta nel silenzio della nostra coscienza (come la brezza in cui Dio si manifestò ad Elia), e con la consapevolezza della nostra debolezza (per essere al riparo dalla superbia distruttrice, come dice Paolo).
Vorremmo così tutta la Chiesa: semplicemente fedele al Vangelo, non calcolatrice: la vorremmo vicina ai poveri, ad ogni uomo, anche ai potenti, ma non per la loro potenza.
Come fare?
Possiamo solo partire da noi stessi e accorgerci e testimoniare che vivere così è giusto e bello; anziché inaridirci seguendo la mentalità del mondo.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale