PESCARA – Truffe all’Unione Europea per intascare milioni di euro di fondi pubblici per pascoli inesistenti. All’alba di martedì 26 settembre è scattata in tutta Italia la maxi-operazione “Transumanza”, condotta dalla Guardia di Finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (D.D.A.) della Procura di L’Aquila.
Sono 75 i soggetti e gli enti indagati, con 25 misure cautelari personali (e tra i coinvolti anche 12 persone che dovranno rispondere per associazione di stampo mafioso). Tra i soggetti indicati dalla Guardia di Finanza anche uno dei fondatori della cooperativa “Il Falco” di Camerata Nuova (Roma) conosciuta in Valsassina in quanto operante negli alpeggi ai Piani di Bobbio, e all’interno della quale ha ricoperto posizioni apicali fino almeno al 2020, ovvero da quando sono iniziati i contenziosi che hanno visto il Comune di Barzio difendere l’assegnazione degli alpeggi alla cooperativa piemontese e laziale contro un allevatore di Pasturo.
Indagini durate due anni durante i quali i finanzieri hanno effettuato acquisizioni documentali, intercettazioni di oltre 100mila conversazioni, 8.000 interrogazioni alle banche dati ed accertamenti bancari su più di 270 conti correnti. Il pool investigativo ha così tratteggiato l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario, che sarebbe stata attuata mediante indebite richieste di contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica Agricola Comune (PAC).
Per truffare Bruxelles, l’associazione per delinquere, operativa dal 2014, di cui farebbero parte 13 persone, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli.
Secondo gli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.
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Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
A parlare di criminalità organizzata è il quotidiano locale Ilcentro.it che è in grado di ricondurre l’affare milionario alla mafia del Gargano e in particolare alla famiglia Li Bergolis che, secondo l’accusa, tirava le fila di tutta l’organizzazione.
C. C.
NOTA EDITORIALE
Naturalmente, la presenza tra gli indagati di un fondatore della cooperativa ai quali sono stati assegnati a suo tempo gli alpeggi di Bobbio non comporta un coinvolgimento della stessa coop ‘Il Falco’ nelle attività illecite di cui sopra.
DALL’ARCHIVIO DI VN:
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