LA LETTERA: NO AL DECLASSAMENTO DEL LUPO DAL RIGOROSO “STRETTAMENTE PROTETTO” A “PROTETTO”



Spett.le Redazione,
con riferimento all’articolo per voce di Cia-Agricoltori italiani pubblicato su Valsassinanews, che plaude al processo avviato in Unione Europea per il declassamento della protezione rigorosa del lupo, chiedo con la presente la cortesia di pubblicare le seguenti considerazioni.

Spiace constatare come l’essere umano non abbia memoria dei propri errori ed anzi, perseverando, li voglia riproporre.

Il lupo è stato portato sull’orlo dell’estinzione per mano dell’uomo: solo la rigorosa protezione, che trova fondamento nel garantire l’insostituibile ruolo che i grandi predatori svolgono nell’eco-sistema, gli ha permesso di riprendere una parte dei suoi spazi.

La normativa che lo tutela prevede già deroghe, ove vi siano situazioni oggettivamente non difendibili.

Ma non è ciò che accade: l’adozione di misure di prevenzione, spesso fornite da bandi regionali o da associazioni attive sul tema della coesistenza, consente la riduzione delle predazioni del 93% e per il resto sono previsti gli indennizzi.

    Lupo “presunto” a Vendrogno

Posto che il rischio zero non esiste in nessun aspetto della vita e dell’economia, pretendere di svolgere oggigiorno un’attività con il massimo risultato ed il minimo sforzo non è attuale e non è rispettoso di chi ogni giorno è chiamato a investire e migliorarsi con l’ausilio dell’esperienza e della tecnologia.

Inoltre, in troppi casi le predazioni vengono erroneamente ascritte a lupi, come recentemente accaduto a Campsirago.

Ma c’è di più.

La voce dei pastori allarmati che invoca gli abbattimenti non è rappresentativa della categoria: un sondaggio UE su 10.000 persone residenti esclusivamente nelle zone rurali di Germania, Francia, Spagna, Olanda, Italia, Belgio, Polonia, Danimarca, Svezia e Romania ha dato risultati completamente opposti.

Di questi, ben il 76% degli italiani intervistati si è dichiarato favorevole al mantenimento della massima protezione dei grandi carnivori, giungendo a un 80% che ritiene fermamente che i grandi carnivori abbiano tutto il diritto di esistere nel nostro Paese, rappresentando il dato percentualmente più alto fra i vari paesi europei.

Una presa di posizione netta ed, anzi, i cittadini europei intervistati si sono dimostrati molto più preoccupati dalla presenza dei cacciatori che da quella dei grandi carnivori. Cacciatori, appunto, e una parte del mondo agricolo che rigetta le buone pratiche sono le due componenti che più premono sulle politiche governative per ridurre il numero dei grandi carnivori.

Peraltro, gli abbattimenti di lupi sono addirittura controproducenti sulla riduzione delle predazioni, come i dati recenti in altre nazioni dimostrano: fanno solo gioco all’attività venatoria, in forte crisi e in cerca di nuove prede.

Non potrà mai esistere un equilibrio uomo-natura, finché l’uomo non sarà capace di promuovere soluzioni di convivenza, anziché di distruzione.

Auguri di buone feste
Cristina Panzeri

 

L’ARTICOLO OGGETTO DI QUESTA LETTERA:

CIA-AGRICOLTORI: LUPO DA “STRETTAMENTE PROTETTO” A “PROTETTO” È LA GIUSTA DIREZIONE

I "SONDAGGI" DI VALSASSINANEWS

FURTI IN AZIENDA E ABITAZIONE: TORNANO I LADRI?

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