BARZIO – La notizia, nuda e cruda, l’ha anticipata VN con questo articolo di tre giorni fa: è in corso un procedimento penale nei confronti di un amministratore comunale di Barzio.
Il Comune dell’Altopiano ne ha preso atto, mettendo in conto le relative spese legali – che provvederà a liquidare nel caso in cui l’imputato venisse assolto.
Ora, avendo ogni quotidiano degno di questo nome contatti con il territorio ove opera ed essendo i giornalisti professionalmente tenuti a fornire notizie e informazioni puntuali, non ci sfugge come questa news abbia suscitato forte interesse, portando anche a formulare numerose richieste di approfondimento, ai recapiti di VN.
In effetti, che si tratti di un “amministratore comunale” coinvolto in una questione penale è affar serio, specie in contesti piccoli come questi. E le domande su “chi sia” questo amministratore oltre a “cosa avrà combinato” sono più che legittime.
Peccato che fare nomi e dettagliare circostanze, con un’indagine in atto, sia a dir poco problematico. Di base, la nostra categoria è abbastanza limitata nella possibilità di pubblicare anticipazioni; poi, di recente nuove normative assai restrittive – vedi “Legge Cartabia” – hanno serrato ulteriormente la morsa sul diritto dei lettori-cittadini ad essere informati.
Come dire che, anche ne avessimo contezza, rischieremmo se volessimo dare risposte precise alle richieste nient’affatto “da ficcanaso” di chi ci chiede dettagli in merito. Perché è chiaro che una notizia di reato emessa dal Tribunale di Lecco il cui capo di imputazione è “riferito ad attività condotta in qualità di amministratore del Comune di Barzio” non può che riguardare tutti gli amministrati dell’ente pubblico in questione. Se non altro perché quasi certamente si tratta di cosa pubblica, ossia di tutti, sostenuta dalle tasse pagate dai contribuenti.
Ancora: la comunicazione del procedimento penale in corso (n. 2016/2023 del Tribunale Ordinario di Lecco) è avvenuta solo tramite albo pretorio comunale; eppure, come già scritto da VN, Barzio è l’unica realtà della valle dotata di un ufficio stampa, a sua volta pagato con denaro dei contribuenti. Il Comune dunque, tenuto a dar conto della scelta di mettere a bilancio le spese per la difesa del famoso “amministratore”, lo fa solo nella poco visibile bacheca – parlando di dati personali che “non vengono espressamente riportati nel presente testo, ma formano parte integrante e sostanziale del presente atto e vengono conservati in allegato”.
Da aggiungere che i soldi messi a bilancio per le spese legali di cui sopra resteranno impegnati a lungo – visti i tempi della giustizia e l’alea sulla possibile assoluzione dell’imputato. Dunque, fondi “congelati” ovvero bloccati chissà fino a quando.
Il tutto, a pochi mesi dalle elezioni che potrebbero confermare o ribaltare (citando Alessandro Borghese…) l’attuale maggioranza barziese – amministratore comunale indagato compreso.
E così, si lascia spazio alle illazioni, alle chiacchiere da bar, alle ipotesi campate in aria. Gira voce, in paese, ad esempio che la “notizia di reato” possa riguardare quell’esondazione (cascata) provocata dalla cementificazione dell’alveo della Bobbia. Ma non manca chi ricorda qualche “vecchia” vicenda riguardante i pascoli in quota, per non parlare dell’antipolitica che spara ad altezza d’uomo mettendo tutti “i politici” sullo stesso piano e condannando chiunque prima ancora che un processo si sia svolto.
Ecco, mettere la sordina ai giornali e lasciare spazio ai leoni da tastiera (e da aperitivo) porta anche a questo. L’informazione – quella autentica – è una necessità, non un lusso. Ma c’è chi la vorrebbe riportare all’epoca delle deprecate autorizzazioni alla stampa.
Leggi: alla censura.
VN
LEGGI LA NOSTRA ANTICIPAZIONE ESCLUSIVA:
PROCEDIMENTO PENALE PER UN AMMINISTRATORE DI BARZIO. E IL COMUNE “S’IMPEGNA” PER LE SPESE LEGALI