PONTE TIBETANO, SE NE PARLA: PRIORITÀ ALLA STRADA O SLANCIO TURISTICO?



VALVARRONE – Tiene banco il tema “ponte tibetano in Valvarrone” dopo il pensiero di Luca Rota pubblicato ieri sul nostro giornale. L’opinionista ha posto l’accento sull’effettiva necessità dell’attrazione turistica in un territorio di per sé ricco di altre criticità. Tutto ciò ha scatenato una serie di reazioni sui social e non solo, con i cittadini divisi in chi vorrebbe dedicare tempo e denaro ad altre priorità, strada in primis, e in coloro che vedono nel ponte un possibile incipit per la rinascita turistica ed economica della zona.

“Il problema principale per chi abita come me in Valvarrone è la strada, per qualsiasi cosa abbiamo bisogno dobbiamo scendere a Dervio – scrive Emilio -. Essendo anche una valle con tanti anziani, andare in macchina sui tratti stretti diventa sempre più complicato fare manovre quando si incrociano camion o pullman. Sicuramente sarebbe una bella cosa il ponte tibetano, ma non risolverebbe i problemi di chi abita in Valvarrone”.

Dello stesso parere anche Angelica: “La strada rimane il problema principale. Senza voler costruire un’autostrada basterebbe fare dei lavori di allargamento, messa in sicurezza e manutenzione continua. Poi dovrebbero esserci strutture ricettive e servizi vari per accogliere gli eventuali turisti. Parcheggi e luoghi di sosta pure. L’intenzione di dar vita a questo progetto è ammirevole ma, se non supportata da queste condizioni basilari, alquanto utopica”.

“Ennesima idea assurda, vogliono portare migliaia di turisti con una strada che è fattibile in bicicletta e due auto non possono incrociarsi perché troppo stretta – commenta duramente Roberto -. Sono altri i problemi della vallata, non ultimo la frana che incombe sotto il paese”.

Diversa invece l’opinione di Domenico, che scrive: “A mio avviso serve qualcosa per attirare “turismo” in una valle destinata allo spopolamento, il ponte va benissimo. Il “turismo” serve a far sistemare la strada, purtroppo i “politici” ragionano sul “numero di votanti”, mi spiego meglio: sistemare la strada costa tot, i votanti sono ad esempio mille e mi votano, bene, con quel tot io sistemo una strada in Brianza dove mi voteranno in diecimila. La conclusione è semplice”.

“Sì, è una bellissima idea per sviluppare il territorio – afferma Davide -. Grazie a questa opera saranno costretti anche a sistemare le strade e sviluppare tutto ciò che c’è attorno: non possono fare un’attrazione turistica senza che ci possa essere possibilità di un accesso agevole”.

Pubblichiamo anche il pensiero giunto in mail da un nostro lettore, il quale si dichiara favorevole e ottimista sul progetto

Da un Valligiano.
Mi sono accorto che grazie a un “ponte per (il) nulla” esiste la mia valle.
Come valligiano, nato cresciuto e tuttora residente in valle, ritengo opportuno poter esprimere un mio piccolo pensiero in merito all’articolo sopra citato.
Da valligiano ho vissuto in prima persona la vita dura di questa valle; ho visto la nascita economica (grazie alla miniera) dove tra l’altro ho lavorato per anni. Ho vissuto le fatiche del lavoro agricolo della valle, pulendo boschi e sentieri, ho visto lo spopolamento della valle malgrado la lotta dei valligiani ad ottenere risorse per poter continuare a vivere decentemente con i servizi del proprio paese, ottenendo a fatica ben poco.
Perchè no!! A volte può servire anche un ponte per dare una speranza per un piccolo sviluppo a chi ogni giorno vede la propria valle morire.
Disponibile a un confronto

 

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