CORTENOVA/PRIMALUNA, ATTO 2°: SOLDI, SERVIZI E UN’IDENTITÀ DA MANTENERE



PRIMALUNA – Grande partecipazione alla seconda serata informativa sulla fusione tra Cortenova e Primaluna. Oltre ai sindaci dei due Comuni, presenti anche Fabio Canepari, presidente della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Esino e Riviera, e Luca Buzzella, primo cittadino dei Comuni della Valvarrone (tre su quattro si sono uniti qualche anno fa proprio in un municipio unificato).

A fare gli onori di casa è stato Mauro Artusi, soddisfatto delle tante persone accomodate sui sedili del cineteatro (diversi i giovani in sala), che con poche parole ha introdotto la tematica: “Innanzitutto è necessario dire che la fusione non è nata ieri, ma se ne parla da molto tempo. Già diversi mesi fa ci siamo trovati con tutti i sindaci della Bassa Valle per cercare di definire questo percorso, che riteniamo fondamentale per lo sviluppo del territorio .

Fa eco Sergio Galperti (Cortenova), che spiega: “Dal mio punto di vista questo progetto andrà visto in modo più allargato per i comuni limitrofi. Il nostro augurio è che vengano proposte anche altre fusioni nelle tre macro aree della Valsassina. Un’idea nata per fare crescere a livello professionale il territorio, per avere maggiori servizi, minori costi e mettere insieme le risorse comunali. L’unione va bene, ma la fusione è meglio ancora”.

L’intervento principale della serata è stato quello di Claudia Paroli, assessora alla Cultura del Comune di Primaluna, che ha messo l’accento sui vari aspetti della fusione, con un’introduzione relativa alla gestione delle risorse comunali e delle spese a cui le amministrazioni vanno incontro durante il mandato. “La partecipazione rende l’idea di come ci sia la volontà di comprendere il tema e partecipare ad un processo decisionale importante come questo. Già nella campagna elettorale del 2019 avevamo inserito l’idea di iniziare un progetto di fusione, mentre a Cortenova se ne parlava con il sindaco Valerio Benedetti. Questo discorso è stata messo in stand-by con il Covid, ma ora abbiamo ripreso a parlarne. Non è che la fusione sia la panacea di tutti i mali, ma è una direzione che permette la sopravvivenza dei Comuni in grado di offrire determinati servizi”.

Fusione e unione sono distinte – continua Paroli citando L’Unione Centro Valsassina e della Grigna Settentrionale, sciolta nel 2016 -: con l’unione vi era una gestione condivisa di alcune funzioni e servizi, il tutto propedeutico però alla fusione. Quando è stata fatta l’unione è stato fondato un doppio ente, con doppi costi, sostenuti dai comuni che hanno firmato l’unione. Per ragioni prettamente economiche alcuni comuni hanno iniziato ad uscire fino a quando la macchina non stava più in piedi ed è stata smantellata. La fusione invece non porta alla formazione di un nuovo ente”.

“La scelta di partire con la fusione tra Primaluna e Cortenova è stata condivisa con le altre realtà del centro valle ed è stata una scelta di prudenza. Infatti, il referendum è positivo solo se in tutti i comuni viene votato il ‘sì’, mentre con un ‘no’ in uno solo dei Comuni, il progetto non potrebbe essere riproposto per altri sette anni. Questo è il motivo che ci ha spinti ad iniziare con solo due Comuni, a cui potremo un giorno incorporare gli altri qualora vada a buon fine”.

E perché proprio Primaluna e Cortenova? “Sono simili da un punto di vista geografico e socioeconomico continua l’assessore -. Altro punto in comune è l’aspetto finanziario. I bilanci inoltre sono entrambi solidi, nonostante la difficoltà nella spesa corrente”.

La vera spinta alla fusione deriva però dalla “preoccupazione di non riuscire, nel futuro, a garantire i servizi“. Secondo le amministrazioni, le aspettative sono diverse: “migliorare i servizi e proporre progetti di rilievo, come la rivisitazione del museo etnografico, l’ampiamento del servizio bibliotecario, l’ideazione di aree per anziani; una miglior efficienza nella macchina amministrativa; il vantaggio nei bandi; un maggior peso politico sui tavoli istituzionali; il risparmio dei costi del sistema amministrativo; i contributi straordinari, che ammontano circa a 500mila euro all’anno, per quindici anni”.

Ultimo punto toccato è quello relativo all’identità, che, come confermato da Fabio Canepari e Luca Buzzella riportando rispettivamente gli esempi di Barzio-Concenedo e della Valvarrone, non verrà minimamente intaccato. Qualche informazione tecnica anche per i cittadini: non cambiano CAP, numero civico, via e documenti.

I nomi attualmente in lista sono quelli proposti una settimana fa a Cortenova: Centro Valsassina, Borgo Grigna, Borgo Valsassina. Ma, anche in questo senso, tutto è ancora da mettere su carte ufficiali.

Dunque, i prossimi step? “Prima di tutto il referendum, che comunque non andrà a influire sulle elezioni in programma a giugno. Dopodiché, se l’esito fosse positivo, si procederebbe con l’iter burocratico che prevede il passaggio a un commissariamento del Comune prima della nuova votazione per l’eventuale sindaco”.

Microfono poi a Luca Buzzella, che ha raccontato ai presenti l’esperienza vissuta con la fusione di Tremenico, Vestreno e Introzzo, sottolineandone gli aspetti organizzativi, economici, fiscali e sociali.

Per concludere, spazio alle domande dei cittadini, curiosi soprattutto del prospetto amministrativo ed economico e dell’ampiezza del progetto – qualora dovesse allargarsi alle altre realtà del Centro Valle.

G. G.


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