CACCIA, POLLINI (M5S): “I CITTADINI PAGHERANNO GLI ERRORI DEL GOVERNO”



MILANO – Paola Pollini, consigliera regionale M5s Lombardia, interviene in merito alla notizia della messa in mora del nostro Paese da parte della Commissione UE a causa della non conformità di diversi atti legislativi che sarebbero in violazioni della ‘Direttiva Uccelli’ e del regolamento ‘REACH’.

“La notizia che la Commissione europea abbia riscontrato come diversi atti legislativi italiani non siano conformi alla ‘Direttiva Uccelli’ non ci sorprende – dice Pollini -. Così come siamo convinti, che le lacune nell’ambito della legislazione venatoria, costeranno caro ai cittadini italiani i quali, verosimilmente, saranno presto condannati a pagare il conto della procedura d’infrazione. Interrogando Regione Lombardia relativamente alle risposte fornite al Ministero in seguito all’apertura della procedura di pre-infrazione (Pilot), ci siamo trovati di fronte a risposte parziali e imbarazzanti. A cominciare dai calendari venatori delle specie migratorie, dove Regione Lombardia ha completamente omesso di citare i casi dei turdidi e di tutti gli acquatici per i quali ISPRA aveva chiesto la modifica del termine del periodo di caccia, proprio nel rispetto della Direttiva Uccelli. Parere che è stato disatteso e che solo dopo sentenza del TAR Lombardia, la giunta ha dovuto considerare (ma solo per i turdidi)”.

“Senza dimenticare che in provincia di Brescia è tuttora autorizzata la caccia alla pernice bianca, specie ormai estinta sulle alpi, cosa che viene taciuta alla Commissione Europea e che per noi rappresenta un fatto di enorme gravità – continua Pollini – Un oltraggio all’intelligenza poi la risposta sull’attuazione del Pianto Antibracconaggio dove Regione si limita a fornire una inutile tabella excel, con il numero di verbali elevati senza aggiungere altro sulle azioni di controllo e sul sistema sanzionatorio degli illeciti venatori. Inoltre, l’Italia è quasi totalmente inadempiente, riguardo ai piani di gestione di diverse specie in cattivo stato di conservazione. Questi piani sono attuati essenzialmente dalle Regioni; eppure, nel fornire risposta alle contestazioni UE il Governo italiano non ha voluto chiedere alla Lombardia cosa abbia fatto in tutti questi anni”.

“Infine, non vi sono riscontri sulle iniziative volte a limitare l’utilizzo delle munizioni al piombo, il cui uso oggi è oggetto della messa in mora del nostro Paese da parte della Commissione UE. Viste le premesse non siamo per nulla fiduciosi sulla possibilità che l’Italia, e la Lombardia, possano in soli due mesi adeguare i propri lacunosi regolamenti, alla legge comunitaria. Soprattutto perché il centrodestra che Governa il Paese e Regione Lombardia ha, a più riprese, dimostrato di non avere la volontà politica per farlo. Quindi è ora che spieghino ai cittadini italiani, già vessati da tasse, tagli e aumenti, che di tasca loro dovranno pagare anche perché chi governa Regione e Paese non è capace di regolamentare la materia venatoria”, conclude la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle.

 

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