BARZIO – Una settimana fa sono stati costretti (almeno uno dei due: controvoglia) a disertare la riunione di giunta esecutiva della Comunità Montana dal loro coordinatore provinciale Negri – uomo di Zamperini – in aperto contrasto con il “nemico politico n. 1” di quest’ultimo, Antonio Pasquini. Passano 7 giorni ed ecco che Michael Bonazzola e Mauro Gumina, assessori a Pratobuscante in quota Fratelli d’Italia, tornano a sedere al tavolo del “governo” dell’ente comunitario.
Cambiato qualche cosa a Lecco? I nuovi boss del partito meloniano hanno fatto marcia indietro, rinunciando ad aprire una crisi nella CM che controllano col fronte del centro destra? Non risulta.
O meglio, i due assessori rientrati in giunta forniscono informazioni diverse in merito.
Da un lato Gumina (Perledo), che ha partecipato collegato in videoconferenza da Roma si limita a dichiarare al nostro quotidiano di non aver saputo nulla dai vertici provinciali. “Per quel che mi riguarda mi aspettavo una telefonata, ma non c’è stata”. Dunque il suo ritorno è stato “volontario”. Diversa la posizione di Bonazzola (Dervio) il quale invece conferma di avere avuto – lui almeno – indicazioni da Negri di rientrare in giunta “Dopo aver ottenuto il pieno coinvolgimento e collaborazione sul tema Aree interne”.
La notizia insomma c’è, eccome. Le conseguenze di questo “passo indietro” sono rilevanti – non solo giornalisticamente. Perché da un lato viene confermata l’esistenza di una forte “crepa” nel centro destra originata e solo parzialmente rappezzata dalla questione della delega alle importantissime Aree interne affidata al sindaco di Casargo Pasquini (come noto inviso all’attuale dominus dei Fratelli di Lecco, Zamperini); dall’altro si evidenzia pure la frizione tra la metà della delegazione FdI nell’esecutivo della CM ovvero Mauro Gumina e i suoi vertici a livello provinciale. Era evidente già la scorsa settimana come il perledese avesse mal digerito l’obbligo di “balzare” la riunione dell’altro martedì con assessori e presidente Canepari. Oggi emerge come i rapporti tra Lecco e uno dei suoi uomini forti in Comunità siano deteriorati.
Il che fa capire, se mai ce ne fosse stato bisogno, che i piani della discussione sono due: quello ufficiale, legato al peso della famosa strategia delle Aree interne con i suoi svariati milioni da spendere ma anche quanto scorre sotto traccia ovvero lo scazzo personale che porta a non tollerare la presenza da “super assessore” di un esponente della destra (Antonio Pasquini), non allineato con la guida a livello lecchese del partito attualmente al Governo a Roma, ma meno protagonista tra Valsassina e Lario. Un movimento, Fratelli d’Italia, che se sul territorio può vantare ben pochi sindaci – tutto sommato di Comuni piccoli e scarsamente rappresentativi – è riuscito a ottenere ampio spazio ai piani alti della CM, con due assessori su quattro oltre alla famosa super delega di Pasquini. Che, piaccia o meno, è un tesserato dello stesso partito. Pur se la sua adesione a FdI risulta essere stata fortemente contrastata ai vertici, con tanto di intervento di livelli superiori per confermare la “bontà” della sua iscrizione.
Fratelli coltelli? Forse.
Intanto, per dovere di cronaca, Bonazzola chiarisce il suo punto di vista: “Il problema non è mai stato sulla nomina di Pasquini – afferma -. Il tema, come detto chiaramente nel comunicato, era la condivisione delle scelte sul tema aree interne. Abbiamo ricevuto rassicurazioni in merito e ci sarà condivisione da parte di tutti. Quindi il provinciale ha autorizzato il ritorno in giunta”.
Più che una smentita, una sorta di conferma (in politichese).
VN