Nessuno se n’era accorto. Gesù era pensieroso, preoccupato, a volte un po’ assente, sembrava essere altrove. Eppure doveva essere una festa. A Betania quella sera si festeggiava l’impossibile divenuto possibile proprio grazie a Lui. Lazzaro era tornato in vita dopo che tutti erano stati avvolti addirittura dall’odore della morte sprigionato dal suo corpo, da quattro giorni nel sepolcro. Non si poteva essere preoccupati di nulla…si doveva dare spazio solo alla gioia, all’euforia e alla gratitudine.
Gesù è cosciente che la morte per lui è alle porte. Forse è avvolto da tante, troppe domande. Perché sta succedendo questo? Perché non hanno capito? Perché tanta ostilità verso l’amore? Perché i miei amici non mi comprendono? Ho sbagliato tutto? Forse era assorto nella preghiera: Padre, è questa la tua volontà? Cosa devo fare? Aiutami, sostienimi. Forse le parole di Isaia, quelle che parlavano di un messia servo e sofferente, gli arrivavano da ogni parte, e Gesù stava facendo la terribile fatica di accoglierle come parole vere e decisive per poter davvero donare a tutti la salvezza. Tutti pensieri e preghiere di chi si sente solo e ha davvero motivo di esserlo. Di fatto, cosa cercava in lui la folla? Che intenzioni avevano i capi dei giudei? E i suoi discepoli? Ogni pensiero velato di tristezza su di loro avrebbe trovato conferma poco dopo nella loro reazione al gesto di Maria.
Maria, sorella di Lazzaro vede ciò che nessuno nota. Vede la sua solitudine. Non può non provare a fare qualcosa per il suo amico Gesù. Non può essere solo. La festa e l’entusiasmo dei discepoli non riuscivano a cacciar via l’odore della morte così insidioso. Ci voleva un profumo più forte, più intenso, più avvolgente. Gesù ora ne aveva bisogno! Lei offre profumo preziosissimo in modo esagerato perché vuole a dire a Gesù che lo riconosce come colui che si dona come un profumo di vita più forte del profumo della morte.
Vuole dire a Gesù che consacra con il suo amore la sua scelta di essere Messia come annunciato da Isaia. Un messia che non sale sul trono, ma su una croce; che non si fa strada su un carro da guerra, ma procede cavalcando un asinello; non maestoso e onnipotente, ma vicino alle sofferenze degli uomini.
Con quel gesto Maria si rivela in grande sintonia con l’amato Gesù. Per cacciare l’odore della morte occorre prendersi cura di ogni solitudine, di ogni dolore, di ogni abbandono. Occorre esagerare nella tenerezza, nella vicinanza, nel dono di sé stessi.
Ci introduciamo nella settimana santa. Perché non scegliere di stare accanto a Gesù alla maniera di Maria di Betania, del ladrone, del centurione romano che riescono a vedere ciò che altri non vedono? Come? Cercando di essere capaci di vedere da vicino e con amore persone che vivono solitudini, abbandoni, sofferenze.
Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo