ATTUALITÀ. AD ASCOLI INCONTRA PER CASO I BERSAGLIERI DI BARZIO, DOVE RIPOSA IL NIPOTE PARTIGIANO



ASCOLI PICENO – Sono passati ormai ottant’anni dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale ma le storie dei partigiani e la ricerca delle sorti in cui il conflitto trascinò le vite di tanti combattenti non cessano di costruire legami. Ha dell’incredibile ad esempio quanto successo nel fine settimana nelle Marche tra un cittadino che assisteva alla parata dei Bersaglieri e due musicanti barziesi.

La fanfara ‘Guglielmo Colombo’ di Lecco si trovava infatti ad Ascoli Piceno per il 71° raduno nazionale. Terminato il concerto un uomo, che aveva notato la provenienza della banda, si avvicina ai musicanti per raccontare del nipote, morto partigiano proprio nel lecchese.

La vicenda è quella di Giuseppe Esposto di Omidio, classe 1923 originario di Maltignano nell’ascolano. Esposto, carabiniere, venne catturato alla Culmine di San Pietro nel rastrellamento del 30 dicembre 1944 e fucilato il giorno dopo a Barzio, accanto al cimitero in cui tuttora riposa la salma, assieme ad altri sedici prigionieri.

Il caso ha voluto che di trenta musicanti della fanfara l’uomo chiedesse notizie proprio a due barziesi, Vittorio Canali e Fabrizio Plati, che ben conoscevano i fatti dell’inverno ’44 e potevano confermare i ricordi dell’interlocutore. Nella chiacchierata ecco spuntare altri particolari sul partigiano.

Giuseppe Esposto, si legge in un documento mostrato ai barziesi, venne congedato da Lecco perché non volle aderire alla milizia e trovò ospitalità presso la famiglia del Maresciallo Maggiore dei Carabinieri Vincenzo Mangani, comandante in città. Il 16 settembre del 1944 Giuseppe Esposto partì per raggiungere i partigiani della Brigata Rosselli, distaccamento Cleto dislocato in Valsassina, ma prima affidò al Maresciallo tre lettere da spedire alla sua famiglia qualora non fosse tornato dalla guerra. Terminato il conflitto, e raggiunto dalla notizia della morte dell’amico, nel giugno del 45 Mangani spedì le tre lettere ai colleghi della stazione di Maltignano perché potessero consegnarle al padre ed esaudire così il desiderio del partigiano. “Egli era molto stimato da me e dalle persone che lo conoscevano – scrisse Mangani nella lettera di accompagnamento – per cui la sua morte viene sentita con grande cordoglio”.

Un altro piccolo tassello nel passato di una vita sacrificata per la Libertà, e la felicità di un familiare nel sapere che il sacrificio del nipote non è stato dimenticato. Anche lo scorso 25 Aprile, come ogni anno, l’Anpi e la comunità barziese non ha fatto mancare un fiore per Giuseppe Esposto e “i partigiani della Pianca”.

 

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