INCHIESTA VN: NEL 2025 ARRIVA L’IPERAL. PUNTATA 2, ANCORA A PASTURO



PASTURO – Come noto ormai a tutti, a Pasturo  sorgerà il nuovo supermercato Iperal (1.500 metri quadri, almeno 40 dipendenti).

L’ampio dibattito suscitato dalla notizia dell’arrivo del colosso della grande distribuzione ci ha motivato a realizzare un’inchiesta speciale – basata sulle opinioni raccolte dal territorio interessato a questa “svolta” (qui la prima puntata, ieri).

Le nuove interviste sono state raccolte ancora nel paese più direttamente coinvolto: Pasturo.

DIEGO DE MARTINI (Distributore)

Terza intervista al signor De Martini, il benzinaio di Pasturo, il quale non si dimostra realmente preoccupato per l’apertura dell’Iperal, ma porta  l’esempio di come “in Valsassina ci sono ventimila persone mentre in città, in un quartiere ce ne sono altrettante”. E per lui non avrebbe senso aprire delle pompe di benzina insieme al supermercato (in realtà la voce raccolta da VN è che il distributore a prezzi contenuti ci dovrebbe proprio essere, ndr).

Rimanendo molto oggettivo, aggiunge che “Le persone guardano i quattro numeri”, specificando anche che “ogni benzinaio può avere anche roba meno raffinata di un altro…” e che “nessuno regala nulla“.

MAURO PLATTI (Albergo ristorante Grigna)

Nessuna descrizione della foto disponibile.Quarta e non meno importante intervista pasturese a Mauro Platti proprietario dell’albergo Grigna della Fermata di Pasturo. Si parte concentrandosi sull’arrivo dell’Iperal, che per l’imprenditore locale “non è stata una scelta del Comune“.

“Certo adesso sistemeranno quella che è la situazione viabilistica sulla strada Provinciale, con dei marciapiedi e uno svincolo; una buona cosa direi, che porterà vantaggio al paese”.

Platti prosegue poi affermando come una delle due liste politiche sostenesse la creazione del “borgo turistico” e avanza al proposito una perplessità: “Se si voleva procedere con un progetto del genere, potenziando l’area verde e investendo nel turismo, ma poi il turista si trova un Iperal accanto alla pista ciclabile, allora bisogna mettersi d’accordo…” aggiungendo che la “bandiera arancione” porterebbe anche il pagamento di una tassa di soggiorno. Ma stando coi piedi per terra  dichiara: “Non siamo in una realtà come Venezia”. Segnala poi quante sono le spese reali da affrontare per un albergo e un ristorante e come il turismo si sia evoluto nel tempo, ma “alla Valsassina manca mordente in questo settore”.

L’intervistato  racconta come al posto dell’Iperal ci sarebbe potuto essere un capannone industriale se il Comune avesse appoggiato a suo tempo i vecchi proprietari (i Pigazzi).

Infine, Valsassina terra dei formaggi e di piccole realtà economiche: “Bisognava preservare queste realtà” e parlando con sincerità e comprensione, sono tanti gli aspetti negativi a livello turistico. “Non è così che si fa, non c’è mai stata un’idea di voler fare turismo; la Valsassina morfologicamente è una valle stretta e le persone qui hanno una mentalità stretta”. E conclude dicendo che “da noi non arriva mai niente, solo le tasse da pagare, è una missione tenere in piedi questa realtà”.

A cura di Christopher Anelli Manzoni e Sandro Terrani 
(Continua domani su VN)

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