DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO, NONA DOMENICA DOPO PENTECOSTE



Ci sono tre cose che deve fare chi vuole  essere davvero il discepoli Signore Gesù. Rinnegare se stesso, prendere la sua croce e seguirlo. Rinnegare sé stesso non vuol dire annullarsi, mettere da parte la passione per la vita e perché sia una vita vera e bella. Non vuol dire votarsi alla costante mortificazione di tutto ciò che dà gioia ed entusiasmo. Non vuol dire smettere di volere il proprio bene. Piuttosto significa decidere di non mettere al centro di tutto il proprio io, smetterla di pensarsi al centro del mondo, di pensare solo a se stessi. Il discepolo pur non mettendo da parte il “secondo me”, il “per me” impara giorno per giorno con pazienza, umiltà e mitezza a preoccuparsi del “secondo la Parola di Gesù”, “per Gesù” e del “per voi e per tutti”. Il discepolo rinnega tutto ciò che gli impedisce di vivere da Figlio amato e da fratello di tutti.

Prendere la croce. Secondo me significa scegliere di amare come Gesù. Tanto, comunque e sempre amare anche a costo di grandi sacrifici, anche a costo di caricarsi sulle spalle pesi enormi scegliendo di essere sempre e comunque dono per tutti. Gesù non ha scelto la croce. Ha scelto l’amore, il dono di se, il servizio, il perdono, la stima incredibile e tenace per tutti, il mettere al centro la volontà di amore e misericordia del Padre e il dare vita, quella vera, gioia e pace a tutti. Queste scelte lo hanno reso capace di portare la croce, di esservi appeso e di rimanervi fino al compimento del dono della vita per amore. Così per noi prendere la croce significa scegliere di amare sempre e comunque caricandoci sulle spalle il peso, la fatica, a volte veramente estenuante, che comporta questa scelta

Seguirlo. È la cosa più importante che giustifica secondo me le altre due. Gesù è la luce, la guida, la strada, la direzione, è il principio e la meta di ogni cammino, è il senso di tutto. Affascinati, innamorati di Gesù non possiamo fare altro che seguirlo, essere come lui ci vuole, essere una cosa sola con lui. Lui è la ragione di tutto, la ragione di ogni nostra scelta. La comunione con lui è il desiderio incredibile e ineludibile che ci fa vivere. Così come noi siamo il suo desiderio. Non facciamo alcun significativo passo verso la pienezza della vita, della gioia e della pace finché siamo convinti che essere cristiani è seguire una “dottrina”, vivere una “religione”. Ne faremo tanti e di incredibili solo quando risponderemo con consapevolezza vera e gioiosa  al suo invito: tu, seguimi!

Nella prima lettura abbiamo ascoltato il racconto di cosa ha fatto il re Davide accompagnando il ritorno dell’arca dell’alleanza in Gerusalemme. Era incontenibile per lui la gioia. Sarebbe davvero bello avere nel cuore la sua gioia mentre seguiamo Gesù, rinnegando noi stessi e portando dietro lui la nostra croce.

Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo

 

 

 

 

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