PASTURO – Prosegue la nostra inchiesta speciale dedicata alla prospettiva dell’apertura a Pasturo del nuovo grosso supermercato Iperal (1.500 metri quadri, almeno 40 dipendenti).
Stiamo raccogliendo, nelle prime puntate, le opinioni ricavate dal territorio direttamente interessato da questa “svolta”. Dunque, proprio a Pasturo.
Ecco i nuovi contributi di opinione.
SIMONE RIVA (Cafè Le monde)
Il giovane titolare del “Le monde” di Pasturo è positivo riguardo all’apertura: “Ci si lamenta sempre che la Valle è ferma, da anni indietro”, quindi un Iperal “potrebbe dare servizi in più“.
Non sente la “paura” per un nuovo supermercato, perché a Pasturo ce n’è già un altro e dal suo punto di vista non risentirà in alcun modo di questa apertura, dato che “Venire a fare l’aperitivo non c’entra niente con il centro commerciale”.
Simone conclude mettendo in evidenza “l’importanza del prodotto artigianale rispetto a quello industriale“.
ROBERTO BERGAMINI (Panificio Pasticceria Il Glicine)
La seconda intervista della giornata riporta le idee di Roberto Bergamini, proprietario del Glicine – sempre a Pasturo. Che sottolinea come per lui sia stato abbassato il torrente in preparazione dell’arrivo dell’Iperal; poi spiega la differenza tra un pane industriale e il suo pane che sta diciotto ore a lievitare, diversamente da quello che ci sarà in un centro commerciale.
Bergamini non pensa che verranno inseriti negozi di alcun genere, e ribadisce la sicurezza del suo prodotto e della sua professionalità. Ricorda come la maggior parte delle persone presenti in paese siano anziane, come sia scomodo prendere la macchina per queste persone in confronto ad andare a piedi al negozietto e conclude dicendo che “In un paese scomunicato, non porta benessere”.
A cura di Christopher Anelli Manzoni e Sandro Terrani
(Continua su VN)