LECCO – Dopo 38 anni di servizio, il brigadiere Sandro Pelà, volto noto in tutta la Valsassina, ha raggiunto l’età della pensione.
Il 56enne di origine veneta, conosciuto in Valle semplicemente come “Sandrone“, è arrivato a Lecco nel 1994.
Arruolatosi nel 1987 dalla scuola Carabinieri di Torino, ha lavorato alla base statunitense “Pluto” di Vicenza, per poi trasferirsi a Cologno Monzese, a Branzi in Val Brembana e, per una parentesi di tre anni, ad Introbio.
A Lecco Pelà, grande appassionato di montagna, ha fatto parte della squadra del Soccorso alpino dei Carabinieri come sciatore e rocciatore: d’inverno, il militare prestava servizio sulla pista da sci di Bobbio, dove ha conosciuto la moglie, e d’estate prestava soccorso in montagna, affiancando alla professione l’esperienza da volontario del Soccorso alpino.
Gli ultimi anni di servizio sono trascorsi nel Nucleo Radiomobile, perché, commenta divertito, “le montagne erano diventate troppo faticose”.
Gli oltre 30 anni passati a Lecco hanno permesso all’ex carabiniere di stringere forti legami con molte persone, di cui parla con soddisfazione, oltre al vivido ricordo dell’incontro con il grande alpinista lecchese Riccardo Cassin.
“La mia esperienza in Valsassina – commenta l’ex brigadiere – è stata bella, con lati positivi e negativi come tutte le cose: lati positivi per le persone che ho conosciuto e per i bellissimi posti, lati negativi per alcuni interventi che ho effettuato nella mia carriera”. Pelà non ha voluto raccontare aneddoti particolari in merito alla sua esperienza di lavoro, proprio perché, come spiega, “ricordo piacevolmente tanti interventi, mentre altri suscitano tuttora angoscia o coinvolgono altre persone”.
Pelà ha raccontato che in pensione desidera passare il tempo con la sua famiglia e coltivare una sua grande passione: “Per 38 anni non ho potuto stare accanto alla mia famiglia come avrei voluto, visto che il lavoro non me lo consentiva tranne che la domenica; adesso voglio recuperare almeno un po’ di tempo. Inoltre amo passare il tempo nella natura, insieme al mio cavallo”.
Michele Carenini