PASTURO – Prosegue la nostra inchiesta speciale dedicata alla prospettiva dell’apertura a Pasturo del nuovo grosso supermercato Iperal (1.500 metri quadri, almeno 40 dipendenti).
Stiamo raccogliendo le opinioni ricavate dal territorio direttamente interessato da questa “svolta”.
Ecco i nuovi contributi di opinione, in questo caso da parte di valsassinesi che hanno chiesto di mantenere riservata la loro identità:
ANONIMO 1 (Dipendente)
La prima intervista riguarda un’attività dell’Altopiano: il protagonista subito preferisce mettere in chiaro come la locazione del negozio in cui lavora è stata fatta coscienziosamente, poiché ricorda benissimo quando un altro supermercato aprendo in centro a Cremeno ha velocemente fatto “morire” tutte le piccole attività limitrofe.
“In piazza una volta c’erano quattro alimentari”; l’idea è che tutti dovrebbero lavorare e di certo anche se inizialmente l’Iperal intaccherà il lavoro di tutti, le piccole attività commerciali non ne subiranno completamente la pressione.
Quello che preoccupa davvero questo impiegato è l’e-commerce, quello è il vero problema: “Il cliente quando non va più a prendere un paio di scarpe o un vestito, in bottega, se ci va lo fa per poi avere chiaro il modello da cercare su Amazon…”.
ANONIMO 2 (commerciante introbiese)
La seconda intervista avviene invece a Introbio, e parte con questa affermazione: “Piuttosto che vedere una struttura fatiscente, è meglio vedere un centro commerciale”. Da quanto sa questo gestore, non ci saranno attività commerciali all’infuori degli alimentari, “Il Comune gli aveva dato questi paletti”. Come cittadino “Non nego in nessun modo la comodità di averlo a cinque minuti di strada“, ma continua dando importanza a come in una attività commerciale di piccole dimensioni sia la fidelizzazione del cliente a fare la differenza.
E porta alla luce come molte volte si acquistino le cose in alcuni posti solo perché “ormai sono li, quindi già che ci sono…”. Il vero problema da affrontare, secondo questo imprenditore, è la tangenzialina: “Quella taglierà fuori due paesi, Introbio e Primaluna, quindi tutte le attività commerciali, i bar, ristoranti, edicole, tabacchini, panificio. Questo è il vero problema su cui riflettere”. Concludendo che “La variante deturperà il paesaggio ì, passando vicino alla pista ciclabile”.
A cura di Christopher Anelli Manzoni e Sandro Terrani
(Continua su VN)
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