Un sacerdote veramente simpatico una volta ha commentato il brano di Vangelo di oggi chiedendoci di provare ad immaginare l’incontro delle due donne concentrandoci sulle loro pance: il pancione di Elisabetta e quello di Maria, che non presentava ancora i segni della gravidanza. Due grembi gravidi, due grembi pieni di vita. Entrambi capaci di dire che la vita è assolutamente dono di Dio: Elisabetta avanti negli anni con una gravidanza “impossibile”, Maria in attesa di un figlio per opera dello Spirito Santo e non figlio dell’uomo della sua vita. Diceva il sacerdote: questa è una immagine bellissima di ciò che è ma non si vede dell’umanità.
L’umanità è gravida di vita. L’uomo non è un essere per la morte ma un essere per la nascita. L’uomo è portatore di vita, alleato di Dio nel portare vita al mondo.
Questo non si vede, ciò che si vede è che l’uomo porta povertà e morte, ma è la verità. Ed è una verità da accogliere e da imparare ad amare.
Dobbiamo amare di essere creature per la vita e che ogni attimo della nostra esistenza, ogni sogno o progetto, ogni scelta, ogni dissenso può essere vissuto con l’intenzione di dare più vita, di far fiorire la vita.
Dovrebbe essere poi facile ritrovarci a dissentire, con tutte le nostre forze, da tutto ciò che in realtà soffoca la vita e favorisce la morte.
La presenza di Dio in noi ci ingravida di vita, di una vita bella, vera, serena, leggera, vita che genera vita.
Come è possibile invece ritrovarsi spesso a pensare che avere a che fare con lui è qualcosa di mortificante, qualcosa di spento?
Quando le due donne si incontrano e i due ventri si avvicinano c’è una “esplosione” di gioia che contiene il riconoscimento di una benedizione, una verità, una promessa che avrà certamente il suo pieno compimento.
La solennità dell’assunzione ci parla dell’esito “inevitabile” di una esistenza accolta custodendo, con gratitudine e responsabilità, la promessa di vita in essa racchiusa, capace davvero di determinare tanto di noi nella quotidianità e ci prepara alla vita senza fine in Dio.
Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo