Attesa, nervoso, tensione… desiderio.
Tutti in coda da Lecco verso una Sagra che attira come una promessa di amplesso, un momento di puro piacere fisico senza altri pensieri, “a frantic tumble then a shine goodbye” come dicevano Webber e Rice.
Una Sagra che da anni va in scena nel periodo piú affollato, e forse l’unico, dell’estate, se non dell’intero anno, un rito di ricerca del piacere, rapido ed effimero, che avrebbe fatto impallidire anche Aristippo.
Sia bene inteso, nessuna critica alla Sagra in sé, alla ricerca del piacere, agli amplessi estivi fugaci, solo un pensiero a questa valle che piú che incontri rapidi e, altrettanto velocemente, dimentichi, che merita coccole.
Merita coccole da chi non sa contemplare ed ammirare le bellezze, gustare i veri sapori, inebriarsi dei profumi dei boschi e stupirsi dei colori in ogni stagione, a proposito di Stagioni, un applauso alla serata di ieri a Moggio sulle musiche di Vivaldi nell’appuntamento della Rassegna Organistica.
Valle che merita la Sagra, altro appuntamento imprescindibile, ma che forse andrebbe riservata ad altro periodo, magari ad inizio stagione, quando non vi é fretta di consumare il “piacere delle ferie”, l’amplesso del “anche io c’ero”.
Valsassina: terra di sagre, musica e coccole.
Rezna