Intravvedo una evoluzione, una conversione a Gesù in Giovanni Battista se considero i termini usati per descrivere la missione, la sua vocazione. Da “voce di uno che grida nel deserto” a “amico dello sposo”. Si è convertito al modo di essere il messia scelto da Gesù. Non lo ha visto mettersi dalla sua parte a gridare la necessità della conversione ma scendere tra i peccatori per annunciare che il regno di Dio si è fatto vicino, è in mezzo a noi. Alla fine ha scelto di descrivere Gesù come lo sposo dell’umanità, follemente innamorato della umanità, animato da una stima incredibile per l’umanità, desideroso di avere a che fare con tutto se stesso con la sua bellezza. Giovanni si converte e osa definirsi felicemente come l’amico dello sposo.
Mi piacerebbe descrivermi come “amico dello sposo” così come è riuscito a fare Giovanni Battista.
Mi piacerebbe per diversi motivi.
Mi piacerebbe riuscire a condurre evitare gli insidiosi rischi di pretendere il primo posto. Il primo posto deve essere di Gesù, dello sposo. Io mi devo preoccupare di “diminuire” perché Gesù cresca sempre di più nella vita delle persone che con me lo cercano, lo ascoltano, e vogliono comprenderlo sempre meglio, che lo “servono”. Vorrei far innamorare molti al Vangelo e poi “sparire”. Vorrei che non si incuriosiscano delle mie parole ma delle parole di Gesù. Vorrei che quello che canto e dipingo accompagnino tanti da lui.
Mi piacerebbe offrire una semplice ma tenace testimonianza del fato che Gesù è veramente contento e orgoglioso di avere a che fare con l’umanità, questa umanità.
So che il modo più vero di offrire questa testimonianza è essere anch’io felice, orgoglioso e contento di avere a che fare con tutti incondizionatamente.
Vorrei essere d’aiuto anche alla chiesa a essere così come desidero per me. Che sia evidente che al primo posto c’è Gesù. Vorrei aiutarla ad dispensare meno parole ecclesiastiche e più vangelo nella certezza vissuta che davvero “basta una sua parola” perché ci sia più vita perché Parola forte, efficace, creativa, trasformante.
Gesù è lo sposo, questo dice che il rapporto tra Dio e l’uomo ha le caratteristiche della tenerezza del legame d’amore tra lo sposo e la sposa. Dio si compiace di farsi conoscere attraverso l’esperienza intensissima, totalizzante della vita di un uomo e di una donna: l’amore coniugale.
Vorrei aiutare gli sposi a gioire pienamente del sacramento che vivono perché nel loro legame d’amore si rivela il vero volto di Dio. Vorrei aiutare la Chiesa a raccontare la bellezza del sacramento del matrimonio.
Vorrei dimostrate profonda gratitudine per ciò che vivono gli sposi. Un dono di inestimabile valore anche per noi sacerdoti.
Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo