DAL 2 NOVEMBRE IL SALESIANO ORIGINARIO DI CORTENOVA DON LUIGI MELESI TRA LE PERSONE ILLUSTRI NEL PANTHEON DI MILANO



MILANO – Il prossimo 2 novembre, ricorrenza dei Defunti, al Cimitero Monumentale di Milano si svolgerà alle 11 la cerimonia di scoprimento della lapide dedicata ai nuovi 13 benemeriti iscritti nel Famedio del cimitero stesso.

È il tradizionale appuntamento annuale nel quale Milano, nel grande Pantheon ambrosiano rende omaggio e onora alcuni dei suoi cittadini più illustri, milanesi di nascita o di adozione che con il loro lavoro, il loro impegno nella società, il loro esempio hanno dato un contributo unico alla crescita civile, morale e materiale della città e dell’Italia. Il Famedio è nato per questo: per custodire e trasmettere la memoria di una Milano che è ammirata e apprezzata nel mondo per la sua capacità di innovare, di creare bellezza, di esprimere impegno civile.

Ma la grandezza di una città non è anonima: essa nasce dal nome e dalla storia personale di chi l’ha costruita nei secoli ed è questo che rappresentano per Milano gli uomini e le donne ricordati nel Famedio.

Nel tempio del Famedio nome derivante dal latino famae aedes, ossia “tempio della fama”, quest’anno sarà iscritto anche il nome di don Luigi Melesi, sacerdote salesiano, nato a Cortenova in Valsassina, cappellano di S. Vittore per ben 30 anni, cittadino milanese, educatore e interprete dei valori più alti e nobili della Città di Milano, uomo della speranza per tutti.

Il Comune di Milano gli conferì l’Ambrogino d’oro alla memoria il 7 dicembre del 2019 e questo riconoscimento trovava il suo punto di genesi nella sua impresa di solidarietà e civiltà, straordinaria e prolungatasi per quasi mezzo secolo, che ha onorato e onora la Città di Milano, segnando di ambrosianità una vita intera a favore delle persone più difficili della nostra convivenza sociale, domestica e nazionale. Il prossimo 2 Novembre, il Comune di Milano iscriverà il nome di don Luigi Melesi anche tra le personalità illustre della città.

Senza clamori e nel silenzio dei giusti. don Luigi Melesi, cittadino di Milano, interprete dell’ambrosianità, è tra questi. E la sua eredità, consegnata alla nostra convivenza, perché sia pacifica e migliore, non può essere lasciata nell’oblio. Tutti dobbiamo a lui riconoscenza e ci appartiene l’obbligo di manifestarla, anche con segni simbolici.

Don Luigi Melesi (a destra con il Cardinal Martini), non ha cristallizzato la sua attività sull’istante della sua azione, ma l’ha trasferita alla comunità, ha seminato perché altri oggi e in futuro possano raccoglierne i frutti. Ha operato negli anni a lui consentiti dalla vita, ma ha lasciato memoria di quanto fatto: un immenso patrimonio di ricordi e testimonianze e un immenso patrimonio di scritti, riflessioni, prassi educative dove anche gli studiosi dei problemi della detenzione, di oggi e in futuro, attingono e potranno farlo ancora trovando contributi di rara intelligenza.

Oggi (25 settembre, ndr) la decisione di iscrivere il suo nome nel Pantheon di Milano.

Valerio Ricciardelli
Curatore della memoria di don Luigi Melesi

 

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