BARZIO – C’è la fiducia ma ci sono dei distinguo. Questo in sintesi è l’esito dell’elezione della nuova giunta della Comunità Montana, guidata nuovamente dal presidente uscente Fabio Canepari il quale, dopo aver perso le elezioni a Barzio, per rientrare alla Fornace ha ricevuto la delega “esterna” da Parlasco.
Martedì sera, accanto a Fabio Canepari, si sono insediati anche gli assessori Pierluigi Artana (Pasturo), Giovanni Gianola (Premana), Sergio Galperti (Cortenova) e Michael Bonazzola (Dervio) e i “supplenti” Giampiero Manzoni (Margno), Michele Polvara (Cassina), Alberto Nogara (Taceno) e Massimo Vergani (Dorio). Politicamente: presidente e gli assessori Galperti e Artana all’area Piazza/Lega e in quota Fratelli d’Italia gli altri due assessorati (attribuiti a Gianola e Bonazzola).
Il “listone” ha raccolto il favore della gran parte dei delegati, tuttavia non all’unisono. Andando per gradi, Mauro Artusi (Primaluna) ha spiegato che “Cinque anni fa mi astenni dal votare Fabio Canepari, ora gli riconosco la competenza per amministrare l’ente. Ha la mia fiducia ma non vuol dire che accetterò al buio ogni proposta”.
Prende le distanze anche Antonio Pasquini (Casargo) che concede alla giunta “una fiducia ma a tempo” invitando ad una riflessione sulle modalità operate per ottenere questo risultato. Fiducia dunque di carattere “tecnico” e non apertamente politica. Una novità, di peso se si considera che lo stesso Pasquini seppur in modo atipico afferisce a Fratelli d’Italia e dunque si schiera non proprio con entusiasmo a lato di una giunta che presenta due assessori targati Fdi.
A smarcarsi nettamente è invece l’altro Canepari, Cesare, delegato di Barzio dove l’omonimo (divenuto per l’occasione “parlaschese”) siede tra i banchi della minoranza ed è motivo sufficiente per esprimersi con voto contrario. Parole durissime le sue: “Non era mai capitato infatti nella lunga storia della Comunità Montana che si chiedesse all’assemblea di accettare un presidente non eletto ma nominato”. E un altra pesante critica è arrivata sul fronte delle mancate quote rosa: “Zero donne su nove posizioni. Sindache e assessore nei nostri comuni non mancano. Non saranno molte, non saranno abbastanza, ma di donne ce ne sono e spesso con competenze e preparazione ben superiori a molti di noi. Mi spiace che non ve ne rendiate conto, mi rattrista che non ve ne siano in giunta”.
Si registra poi una rilevante astensione, quella del sindaco di Colico Monica Gilardi. Fragorosa, se si considera che la cittadina da lei rappresentata è quella con la maggiore popolazione dell’intera CM e si mette sul piatto un recente ulteriore “sgarbo” al gruppo dominante – in quel caso sul fronte dell’assemblea dei sindaci del Distretto. Si aggiunge al fronte dei “variamente scontenti” anche il primo cittadino di Crandola Matteo Manzoni che da appartenente a un partito di maggioranza non poteva votare contro apertamente e ha dunque preferito non presenziare all’assemblea – con relativo voto.
Infine per gli incarichi di gestione dell’assise viene riconfermato presidente dell’assemblea il navigatissimo Ferruccio Adamoli (dalla Valvarrone) con suoi vice Mattia Ferraroli di Bellano e Cesare Canepari (per Barzio).
RedPol