BARZIO – Si conclude oggi la nostra inchiesta speciale originata dall’imminente referendum sulla fusione Primaluna-Cortenova; fari puntati sulle precedenti consultazioni locali che in qualche modo hanno fatto la storia nel territorio della Valle e dintorni (qui la prima puntata sui voti per Vendrogno con Bellano e per il Comune unico in Valvarrone e la seconda sulla consultazione che bocciò il progetto di una nuova funivia Introbio-Barzio).
Questa volta parliamo di due votazioni a sfondo… religioso. Su un campanile e per l’entrata in comunità di un parroco. Entrambi, per ragioni diverse, fatti appunto “storici”.
Iniziamo da domenica 9 giugno 1981, quando la frazione cortenovese di Prato San Pietro venne chiamata a decidere se demolire o conservare il campanile “sopravvissuto” alla distruzione della chiesetta di Santa Maria Maddalena, abbattuta nel 1974 per una questione viabilistica.
A sinistra il campanile oggetto di voto.
Più sotto la demolizione della chiesetta (avvenuta 7 anni prima).
Oltre 4 decenni fa, i circa 300 residenti nella località aventi diritto di voto decisero di conservare il famoso campanile, lo stesso che a tutt’oggi permane nella piazza di “San Pietro”. Per la cronaca, il seggio unico venne allestito nei locali dell’asilo locale – con le operazioni di voto presiedute dal bancario Domenico Ceppi e dall’allora sindaco Antonio Melesi.
Ma ancor prima, si parla della fine degli anni Sessanta, un’altra decisione popolare riguardò l’accettazione o meno di un nuovo parroco, sull’Altopiano valsassinese. Si trattava di accogliere la nuova guida spirituale a Barzio e in quel caso l’esito fu un “sì”, anche se l’arrivo in paese di un sacerdote relativamente giovane aveva lasciato un po’ sbigottiti i barziesi del tempo, che si aspettavano la nomina dell’allora coadiutore don Riccardo Busnelli. Tant’è che la Curia dovette sottoporre il “nuovo” prete a una votazione di gradimento – forse l’ultima del genere praticata nella diocesi ambrosiana.
Si votava con palline bianche e nere, a grandissima maggioranza prevalsero le prime e dunque quel giovane parroco si insediò a Sant’Alessandro – rimanendovi successivamente per ben 41 anni.
Dimenticavamo il suo nome: si trattava di don Alfredo Comi.
Probabilmente ne avete sentito parlare…
RedVN
Foto archivio Ganassa – Barzio