EDITORIALE. FUSIONE BOCCIATA, LE CAUSE DI UNA SCONFITTA PER (QUASI) TUTTI



CortePrima? No, ComePrima. Facendo nostra la battuta di un lettore di VN, si fa sintesi su quel che è accaduto – tutto sommato a sorpresa – nel referendum di ieri, che storico doveva essere e in qualche modo lo è stato lo stesso. Perché di solito chi promuove una consultazione si porta a casa il risultato (vedi precedenti locali, specifici o meno), mentre stavolta i fautori del sì hanno perso. Nel modo peggiore, per un paio di motivi.

Il primo è che “a voti totali” la fusione sarebbe passata, e largamente: come riferito nella nostra seguitissima diretta di ieri, i sì complessivi tra Primaluna e Cortenova sono stati 780, contro 605 no. Purtroppo per i promotori della consultazione, però, il consenso si doveva registrare in entrambi i Comuni chiamati al voto. E non è andata così.

La seconda ragione del giudizio negativo globale è la bassa partecipazione al referendum stesso: appena il 39,08% degli elettori di Primaluna ha votato mentre Cortenova, dove si è verificata la sconfitta del progetto, ha risposto meglio ma sempre in modo deludente, con il 53,79%. Numeri sufficienti a ottenere il famoso quorum – gioco facile: bastava appena il 25% alle urne -, non certo a dare un senso partecipativo a una consultazione che avrebbe dovuto dare una svolta al proprio paese (e in qualche modo l’ha data, nel senso non auspicato dai fautori della fusione).

Ancor più pesante l’analisi della quantità di chi ha espresso il proprio voto, se si raffrontano questi dati con quelli dell’ultima tornata elettorale nei due Comuni protagonisti. Per (ri)eleggere i propri sindaci, Primaluna e Cortenova hanno visto recarsi ai seggi rispettivamente quasi il 60% e oltre il 72% degli aventi diritto.

Impietoso dunque il confronto:

Comune Amm.ve giugno  Referendum ottobre  Differenza
Primaluna 59,26% 39,08%  -20,18%
Cortenova 72,56 53,79%  -18,77%

NB: elevato a Primaluna il numero degli iscritti all'”AIRE” (elettori residenti all’estero): ben 307.
Affluenze dunque tradizionalmente basse – va detto però, in questo caso per entrambe le votazioni.

Da qui, dalla scarsa partecipazione (in calo nettissimo a distanza di pochi mesi dalla “rituale” tornata amministrativa) la seconda motivazione di cui i sostenitori referendari dovranno tenere conto. In pratica, oltre ad aver perso per qualche decina di schede in uno solo dei due paesi coinvolti, la loro proposta è stata votata da pochi – se non pochissimi – ottenendo un’affluenza ai seggi in forte calo nell’arco di una manciata di settimane. Un segnale inequivocabile, con Primaluna in flessione di oltre un terzo e di circa un quarto a Cortenova. Come dire: interessa molto di più eleggere il proprio sindaco che unirsi al paese vicino. Chiarissimo.

Ci sarebbe infine da ragionare sulle cause di questa sconfitta in qualche modo clamorosa. Ma l’analisi in questa pagina è già lunga e quella delle motivazioni della bocciatura referendaria la rinviamo. A breve però, che già piovono reazioni e commenti, indirizzati alla nostra redazione. A conferma che quell’aggettivo “storico” aveva il suo perché prima, legato al voto, ma tanto più dopo – se connesso all’esito finale.

VN

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