MILANO – Sabato 2 novembre alle 11 la Valsassina avrà il suo primo cittadino iscritto tra le persone illustri del Famedio di Milano, il Pantheon ambrosiano dove sono riportate le lapidi dei cittadini considerati degni di passare alla storia: gli “illustri” per meriti letterari, artistici, scientifici o atti insigni, i “benemeriti” che per virtù proprie hanno recato benefici e fama alla città e i “distinti nella storia patria” che hanno contribuito all’evoluzione nazionale.
Don Luigi Melesi, salesiano, originario di Cortenova in una famiglia ricca di salesianità, con uno zio vescovo missionario in Brasile, il fratello padre Pedro anch’esso salesiano missionario in Brasile, così pure suor Angela figlia di Maria Ausiliatrice, è il primo valsassinese e anche il primo salesiano che la Città di Milano ha considerato degno di passare alla storia per essersi distinto con tanti meriti e benefici procurati alla Città stessa e al Paese intero.
Già nel 2019, un anno dopo la sua morte, gli fu concesso l’Ambrogino d’oro alla memoria quale cittadino milanese, educatore e interprete dei valori più alti e nobili della Città di Milano. L’eredità che ha lasciato a tutti non è solo il risultato dell’opera di un educatore coraggioso e illuminato, definito da molti unico e santo, che ha operato nei campi minati, come da lui definiti, della casa di rieducazione di Arese e per 30 anni nel carcere di S. Vittore definendosi “prete da galera”, ma considerato dai bisognosi sacerdote degli ultimi e uomo della speranza di tutti.
Con le sue azioni, ispirate al sistema educativo di don Bosco, ha cambiato il modo di pensare e di agire di molte persone, soprattutto nelle situazioni più complicate, quando ormai anche le speranze erano perse. Il suo operato, oggi di grande attualità, e il suo pensiero sono raccolti nella importante bibliografia scritta che ha lasciato a uso degli educatori e per chi si occupa a vari livelli dei servizi sociali.