Immaginiamo di essere sotto la croce….sentiamo delle voci che urlano contro Gesù diverse cose. Nei sinottici si ricorda che ai piedi della croce urlano a Gesù, che ha salvato molte persone, di salvare se stesso, di scendere dalla croce, di dimostrare in questo modo di essere figlio di Dio e il salvatore di tutti.
Inconsapevolmente chi è contro Gesù sta dicendo cose molto vere: ha salvato altri! Ha confidato in Dio! Colui che sta facendo la fine di un senza Dio, di un maledetto, colui che subisce l’ignominia della croce ha salvato tante persone. Ha sanato i lebbrosi, ha fatto vedere i ciechi, raddrizzato chi era curvo, ha risuscitato i morti. Ma ha anche restituito dignità a molti, ha aiutato tanti peccatori a non sentirsi irrimediabilmente perduti, ha restituito sogni ai piccoli e agli umili. E a breve salverà un peccatore che ha meritato la condanna peggiore: la crocifissione.
Molti passavano di lì e riconoscevano colui che ha salvato tanti e leggevano sopra il suo capo: re dei giudei!
E vedono, constatano che non sta facendo nulla per salvare se stesso. E sentono che urlano che, secondo loro, sarebbe un bel segno della sua grandezza, divinità e regalità salvare se stesso. Secondo tutti loro colui che ha sempre e solo pensato agli altri, salvandoli, avrebbe dovuto pensare a se stesso e in questo modo confermare che era proprio lui il salvatore. La grandezza vera, straordinaria di Gesù così, secondo loro, si sarebbe davvero manifestata. Ma Gesù non salva se stesso e non capiscono, purtroppo, che l’unica vera motivazione per cui non lo fa è che veramente vuole salvare tutti!
Quando ti sbilanci veramente oltre qualcosa che è per te, quello che fai è per tutti!
Ma ecco una voce. Diversa da tutte! Inattesa, sorprendente. Un crocifisso, come Lui Gesù, vede qualcosa di diverso. Tutti ciechi tranne uno. E quello che vede è bellissimo e gli fa nascere nel cuore una preghiera che dovrebbe essere spesso anche una nostra preghiera : Gesù ricordati di me! Vede Gesù che sta ancora salvando! Che non salvandosi salva tutti!
È la voce di un malfattore che vede e comprende. Poco dopo ci sarà la voce di un pagano che vedrà e comprenderà: Davvero costui era figlio di Dio!
Per entrambi Gesù non è avvolto dalle tenebre, vinto dalla cattiveria e dalle urla. Per loro è luce che vince le tenebre.
Nello sfigurato intravvedono Dio, vedono qualcosa che va oltre l’umano, vedono un amore che va oltre le comuni misure umane. E’ quello che vediamo noi oggi sostando sotto la croce. Vediamo che cosa è la regalità di Gesù: è regnare servendo, amando, prendendosi cura. All’infinito. Fino all’ultimo.
Infine possiamo immaginare che le parole del Ladrone e del centurione sono bellissima consolazione per Dio. Quelle del Ladrone sono state per Gesù una carezza al core, parole che lo hanno aiutato a vivere l’ultimo passaggio, l’ultima pasqua della sua vita. Non è stato completamente solo Gesù nella sua fede, speranza e carità. Da una persona a giudizio di tutti improbabile, impossibile, ha ricevuto amore, riconoscimento, conferma della bontà, anzi di più, della salvezza che non era più solo per qualcuno ma finalmente e veramente per tutti, davvero per tutti.
Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo