INTROBIO – Faceva un freddo boia ma che calore.
Davvero bella, partecipata, coinvolgente la Festa e il Villaggio di Natale sotto la Torre a Introbio di domenica 1 dicembre.
Una festa riuscita e benissimo organizzata per il Centro Storico del Paese, per le viuzze caratteristiche che loro, i banchetti, gli addobbi, la gente, il chiacchiericcio e i saluti, fanno tradizione, calore e bellezza.
Fanno comunità.
Una splendida idea sempre più partecipata e ampia.
Chi ha visto il paese coinvolto con la solita maestria degli alpini a cucinare polenta taragna per centinaia e centinaia di buongustai, vino brulé e caldarroste, i mercatini con i prodotti naturali, artigianali, molte volte con la vendita per beneficenza, il divertimento per i bimbi con il battesimo della sella, il sempre splendido e coinvolgente coro dei Coscritti di Premana nelle piazzette e nelle corti, dentro la casa di Piero a fianco della Trattoria Folat, sotto la Torre dei Grigioni con stuzzichini di pizzette, sorrisi altrettanto generosi e caviadini, quelli buoni di pasticceria e artigiani.
Il banchetto per sostenere le attività e la vita dello storico asilo Venini, un’istituzione da generazioni.
E i canti, i saluti, un incrocio di volti della gente del paese, di villeggianti, di numerosa venuta a sentire, vedere la bellezza del posto, dell’iniziativa e degli elfi.
Come i veri Natale della tradizione faceva un freddo boia ma che calore con le cose genuine, dell’impegno per una comunità, per il proprio paese.
Giovani dentro e giovani anche fuori che tengono vivo il luogo e le relazioni, che durante l’anno hanno cucito maglioncini, berretti per sostenere progetti solidi e solidali, che sanno fare la polenta taragna come pochi altri e soprattutto aggregazione, volontariato.
La corte antica di Introbio con prodotti della lavorazione del legno, la Ca’ della Violante all’incrocio delle prime via all’imbocco del centro storico verso la pretura con la dimostrazione della lavorazione della lana come nelle case di un tempo passato ma non perduto, nel cortile i fabbri, i maniscalchi con il loro fuoco e il loro ferro.
E nel tragitto lo zucchero filato per i bimbi di ogni età, il vin brulé che così buono e profumato non può mai mancare e mai finire e soprattutto quella bellezza del Natale di amicizie tutto l’anno e non consumismo.
Lo scoppiettio del fuoco con il braciere del legno in cui intorno, chi passa si scalda, si ferma, allunga le mani come per calmare il tempo e riconosce gli sguardi, i volti, e riassaporare i luoghi ma soprattutto la gente del paese insieme a quella da fuori.
La tradizione che fa bene e fatta davvero bene. Introbio è proprio un bel paese con bella gente.
Buon Natale sotto la Torre
T. P.