POLENTA E COUSCOUS, A CREMENO UNA RICETTA PER L’INTEGRAZIONE



CREMENO – Polenta e couscous, l’abbinamento gastronomico che era stato una simpatica provocazione è diventato, sabato al Cas di Cremeno, gesto concreto di integrazione.

L’iniziativa, voluta dalla Prefettura di Lecco e ospitata al centro d’accoglienza migranti nella frazione di Maggio affidato a Medihospes, ha riscosso un bel successo di pubblico: tanti i cittadini curiosi di visitare gli spazi dove da dieci anni vengono accolti i richiedenti asilo. Soprattutto molto apprezzato è stato il couscous, piatto del Maghreb a base di grano duro cotto al vapore e accompagnato da carne e/o verdura, preparato dalle mediatrici del centro, accostato alla tradizionale polenta degli Alpini – al paiolo per l’occasione le Penne Nere barziesi.

Oltre alla tavolata, la giornata ha previsto l’esposizione di una galleria fotografica che racconta i dieci anni di attività a Maggio, la proiezione di un docufilm realizzato dagli ospiti del centro, e un pomeriggio di balli e karaoke condotto dai volontari Auser.

Oltre al parroco don Lucio Galbiati, alle amministrazioni di Cremeno e Barzio, e alla delegazione dell’ufficio scolastico provinciale, ente che segue i richiedenti asilo nell’apprendimento dell’italiano, ha portato i saluti anche il prefetto Sergio Pomponio.

“Chi arriva porta tante cose, porta con sé il ricordo della famiglia che ha lasciato, porta speranze e desideri che vanno espressi a chi accoglie, e a sua volta chi accoglie deve mostrarsi capace di comprendervi. Sentirsi accolti – ha spiegato il prefetto – vuol dire sentirsi persona, avere qualcosa da dire nel mondo, qualcosa di buono e mai di cattivo. Ognuno di noi quindi deve fare qualcosa verso l’altro.

Che per voi l’Italia sia solo di passaggio o che diventi una scelta stabile, dovrete seguire l’esempio di chi ha portato impegno, lavoro, che è cresciuto diventando uomo di valore. Dovrete capire e rispettare le regole del paese che vi ospiterà, e cosa più importante è dimostrare di avere voglia di fare, di rispettare gli altri, di rispettare voi stessi e chi dall’altra parte del mondo desidera il meglio da voi.

Questo significa non fare solo accoglienza, ma fare vera integrazione. E l’iniziativa di oggi mi fa essere molto speranzoso in questo senso. Siamo sulla strada giusta”.

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