Per gli animalisti, come quello che ha scritto a Valsassina News senza voler far comparire il suo nome, il lupo deve essere protetto, sempre e comunque. E si offendono a morte se qualcuno osa fare presente che il loro beniamino sta diventando un problema, anche in Lombardia.
“In Lombardia ci sono ancora pochi lupi”. Pochi o tanti chi lo stabilisce? Evidentemente loro, i padrini del lupo, quelli che lucrano su “adozioni”, “corsi”, “visite guidate”, “programmi di animazione”, su prodotti editoriali di ogni tipo, ecc. ecc.
In Svezia (450 mila kmq versus 300 mila dell’Italia), è previsto, entro l’inverno in corso, l’abbattimento di 135 lupi su una popolazione totale di 400 che, evidentemente, per le autorità svedesi sono troppi. Ancora più drastici sono i norvegesi. Senza andare molto lontano, in Svizzera, nel 2024 sono stati abbattuti 36 lupi nel Vallese e 47 nei Grigioni su una popolazione nazionale di 300-350 capi. Sono ritenuti troppi e si vorrebbe ridurli drasticamente.
In Italia, nel 2020/2021, il primo monitoraggio nazionale, coordinato dall’Ispra, ha fornito una stima di 3300 esemplari (poi rivista a 3600). Con una crescita del 10% (prudenziale) avremmo oggi 5300 lupi che fanno dell’Italia il paese con la massima popolazione europea e la più alta densità al mondo. Forse vi è qualche ragione a dire che sono troppi.
Il nostro animalista scrive dicendo che la Lombardia è “a bassa densità di lupi”. Rispetto alle altre regioni italiane può essere vero, secondo lo standard europeo no di certo. Ma quello che conta è la dinamica: in Veneto, sino al 2012 non esisteva un solo lupo, oggi, pur nella totale assenza di trasparenza e di continuità nel monitoraggio, si parla di 7 branchi nel veronese e di altrettanti nel vicentino e di 16 nel bellunese, ma ve ne sono anche altri che si stanno insediando o si sono già insediati nelle altre provincie. Da 0 a 300 in 12 anni. In Lombardia le cose stanno andando nello stesso modo.
Gli animalisti possono sostenere che il lupo non è pericoloso ma, ormai, le cronache parlano di attacchi all’uomo sempre più frequenti, non nella lontana India (dove i lupi compiono vere stragi nei villaggi) ma da noi, in Italia. In Abruzzo, tra il 2022 e il 2024, sono state ferite 14 persone (gli animali aggressori sono stati identificati dall’Ispra come lupi puri, uno è stato catturato, un altro è sfuggito, questa estate, alla cattura).
A Ferragosto di quest’anno un ragazzino lombardo, in vacanza in Liguria con la famiglia, è stato attaccato in un campeggio (c’è un filmato che mostra senza ombra di dubbio un lupo e l’attacco è stato riconosciuto dalla polizia provinciale). A settembre, a Roma, un bimbo di quattro anni è stato oggetto di un tentativo di predazione in un giardino pubblico. È stato salvato dall’intervento dello zio che era con lui e di nove adolescenti che giocavano sul posto. L’animale, identificato come lupo puro da Ispra è stato catturato e rinchiuso in un’area faunistica cintata nel parco nazionale d’Abruzzo. A novembre, in provincia di Teramo, un agricoltore che lavorava sul suo campo è stato ferito al volto da un lupo che stava inseguendo dei cinghiali (25 punti di sutura allo zigomo e al labbro).
È dell’altro ieri la notizia di una donna attacca e ferita da due probabili lupi a Trani (attendiamo notizie ma, nel frattempo, facciamo presente che senza analisi genetiche questi casi rimarrebbero insoluti).
Da ogni parte d’Italia arrivano poi notizie di predazioni di cani e gatti, divenuti le nuove fonti alimentari di lupi che, saturate di branchi le aree di montagna e interne, tendono sempre più a frequentare quelle urbanizzate. Gli animali d’affezione vengono predati sin dentro i cortili e i giardini. A metà novembre scorso, nel Salento, tre lupi hanno scavalcato la recinzione di una villa e hanno sbranato un cane di casa sotto gli obiettivi delle telecamere di sorveglianza.
Anche in Valsassina, in ogni caso, dopo l’avvistamento di sette lupi a Morterone a metà dicembre non si può certo andare in montagna con la tranquillità di un tempo. E gli animalisti vorrebbero convincere che non si sia in presenza di un problema sociale?
Quanto alla demagogia sui sanitari dei pronto soccorso, che verrebbero distratti dalla cura dei pazienti per accertare gli attacchi dei lupi alle persone, osiamo dire che, da parte animalista, ci si vuole proprio rendersi ridicoli. Nessuno si presenta in un pronto soccorso, dicendo di essere stato morso da un lupo, se viene attaccato da un pitbull, da un rottweiler, da un abruzzese, da un mastino napoletano ecc. ecc. L’unica razza che, un non addetto ai lavori, può confondere con un lupo, è il cane lupo cecoslovacco (Clc).
Non risulta, però, che arrivino ogni giorno nei pronto soccorso lombardi persone morse da clc. In almeno un caso, però, in Lombardia, all’alpe di Ossuccio nel comasco nel maggio 2023, un allevatore è stato attaccato da cani lupi cecoslovacchi che aveva scambiato per lupi. È stato proprio grazie alle analisi genetiche delle tracce di saliva sui calzoni del malcapitato che è stato possibile “scagionare” i lupi. In quel caso l’analisi genetica andava bene, ora, invece, per i difensori d’ufficio del lupo non va più bene. Almeno un po’ di coerenza caro animalista.
Milano 06/02/2025
Michele Corti
Presidente Ass. per la tutela dell’ambiente e la vita rurali