BARZIO/CREMENO – Si sono tenuti nella giornata di ieri, venerdì 21 marzo, due eventi legati alla Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia.
Durante la mattinata di venerdì i sindaci dell’Altopiano e i loro rappresentanti, accogliendo l’invito della Regione Carabinieri Forestale “Lombardia” – Nucleo di Barzio, e coinvolgendo i docenti e gli alunni della scuola primaria di Cassina, hanno proceduto alla piantumazione di due alberi per la sensibilizzazione alla cura e al rispetto dell’ambiente e della legalità.
Per l’occasione i bambini di ciascuna classe hanno elaborato alcune frasi rappresentative dei valori dell’Attenzione, della Libertà, del Bene, dell’Empatia, del Rispetto e dell’Onestà, le cui iniziali formano insieme la parola Albero.
Il ciliegio ed il prugno selvatici sono stati messi a disposizione dal Vivaio Forestale Nazionale e sono stati piantumati accanto all’albero che il 18 marzo del 2022 i bambini della scuola avevano piantato in ricordo della piccola compagna Margherita. Sarà sufficiente inquadrare il QR-Code apposto sulle piante per leggere il loro nome.
La piccola manifestazione ha coniugato sia l’iniziativa “Un albero per il futuro” del Progetto Nazionale di Educazione all’Ambiente che la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia.
Sempre venerdì 21, presso l’ICS di Cremeno, si è tenuta l’installazione “Il Silenzio che Parla“, che nasce in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Un’opera che trasforma lo spazio scolastico in un luogo di riflessione e testimonianza, rendendo tangibile il ricordo di chi non c’è più.
I banchi, disposti a scacchiera, sono nove, tante quante le vittime innocenti della mafia che vengono ricordate in questa commemorazione. Ogni banco porta con sé un segno di assenza e, al tempo stesso, un’opportunità per far rivivere la memoria di chi è stato strappato alla vita.
Questa disposizione a scacchiera non è casuale: essa richiama il concetto di lotta, suggerendo che il contrasto alla mafia richiede consapevolezza e azione mirata. Inoltre, la scacchiera rappresenta l’idea di un campo di gioco della vita in cui ogni scelta ha conseguenze.
Il numero nove ha un forte valore simbolico: nella numerologia è associato all’umanità e alla memoria collettiva, tutti elementi chiave di questa installazione.
Ogni banco ha un cartellino con la scritta “assente”, che simboleggia la mancanza di queste persone nelle nostre vite.
Gli studenti, attraverso letture mirate, fanno rivivere le vittime raccontandone le storie, le passioni e le speranze spezzate.
Dopo la lettura, il cartellino viene girato, rivelando la scritta “presente”. Un atto simbolico e potente che trasforma l’assenza in memoria viva.
Su ogni banco, i ragazzi del gruppo ARTiA, che hanno realizzato l’installazione, hanno scritto parole chiave che ricordano e onorano la vita delle vittime.
Sotto ogni banco è stato posizionato un cartoncino su cui gli studenti possono scrivere pensieri e riflessioni, ispirati dalle letture degli alunni di seconda. Un momento per interiorizzare il messaggio e restituire, con le proprie parole, un segno di consapevolezza e impegno.
Questa installazione silenziosa, ma profondamente parlante, invita alla riflessione e alla partecipazione attiva. La memoria diventa azione: le vittime, inizialmente assenti, tornano presenti attraverso la voce degli studenti e il coinvolgimento di chi osserva e ascolta.
L’installazione vuole essere un monito e un momento di crescita collettiva, affinché il sacrificio di queste persone non venga dimenticato e affinché si possa costruire un futuro libero dalla mafia, fondato sulla memoria, sull’educazione e sulla responsabilità di ciascuno di noi.
In conclusione i docenti di lettere delle classi 2^A e 2^B hanno voluto riflettere: “Prima di realizzare, con la prof. Carlone, l’opera “Il Silenzio che Parla”, i ragazzi delle classi 2^A e 2^B di Cremeno, hanno letto, nelle ore delle professoresse Saviano e Vitale, il libro di don Ciotti “La classe dei banchi vuoti“. Sono partiti dalla motivazione che ha spinto l’autore a scrivere questo libro: “Questo libro me lo hanno suggerito i bambini. Me l’ha suggerito l’emozione che ho colto nei loro occhi vedendoli arrivare , per mano ai genitori, alla Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafie, ogni 21 marzo. Me lo hanno suggerito le domande intelligenti, spiazzanti, che molti di loro mi hanno rivolto dai banchi di scuola in cui li ho incontrati”
Gli alunni hanno, quindi, compreso bene che i bambini, i ragazzi vanno protetti… loro vedono, sentono, comprendono e soprattutto, si interrogano.
Il libro si chiude con l’elenco dei nomi di tutti i bambini e ragazzi a cui le mafie hanno finora strappato i giochi, le risa, gli scherzi, i sogni e i capricci, gli aquiloni e il rosa, i fortini e le principesse, insomma una vita intera.
Quei nomi che i bambini di allora e i nuovi arrivati gridano durante le giornate di commemorazione delle vittime.
Per qualche momento grazie ai ragazzi di 2A e di 2B alcuni di quei nomi, nella giornata di venerdì 21 marzo, sono riecheggiati forte e dappertutto nell’atrio dell’ICS di Cremeno e nella classe allestita i banchi non sono apparsi più vuoti”.