Chi c’è tra questa folla che benedice il Signore e perché impazzisce di gioia? C’è il cieco nato! Forse la samaritana! Ci sono Marta Maria e Lazzaro. Ma ci sono tanti bambini: Gesù è speciale per loro perché lui si che li ha stimati, li ha presi seriamente in considerazione. Lui è stato affettuoso, paziente con loro. Hanno capito di occupare un posto speciale nel suo cuore. Loro sanno cosa vuol dire la parola Amico e per loro Gesù è davvero un amico. Sono orgogliosi di essere stati scelti da Gesù nelle sue prediche come l’immagine più eloquente di come è possibile accogliere il Regno di Dio e farlo crescere sempre più. Quante cose belle hanno visto accanto a Gesù. Quanto bene hanno visto! Quanto hanno sognato con Gesù! A loro che più di altri non sopportano l’odio, le divisioni, la cattiveria, l’indifferenza e l’insensibilità quanto bene deve aver fatto Gesù.
Ci sono i poveri. Gesù si è sempre curvato su di loro, si è sempre avvicinato a loro, in ogni città e villaggio, in ogni periferia, in ogni luogo deserto. Lo hanno visto povero come loro, per scelta. Forse non lo hanno compreso bene il perché di questa scelta ma sicuramente hanno sentito profumo d’amore in questa scelta. Vicinanza inaudita e meravigliosa. Povero ma ricco di amore e di dedizione verso di loro, ricco di fiducia nel padre, ricco di speranza.
Ci sono i malati…che sono stati guariti nel fisico ma soprattutto nell’anima.
Ci sono coloro che avevano uno strano atteggiamento nei confronti della religiosità ufficiale in Israele. Coloro che percepivano la legge come un peso, coloro che avevano sempre avuto paura di Dio, coloro che a lungo si erano impegnati a cercare di conquistare il suo amore ma lo avevano sempre sentito così distante. Colo che si chiedevano come si potesse seguire alla lettera 613 comandamenti, e coloro che si chiedevano come fosse possibile ubbidire ai 613 comandamenti e essere così superbi, meschini, indifferenti verso tutti e verso il dolore dei più piccoli. Coloro che credevano ma non erano contenti, sereni, in pace.
C’erano anche i sognatori, quelli che speravano che Gesù spazzasse via i romani e la loro ingiustificata oppressione, i violenti che in Gesù vedevano un condottiero rivoluzionario.
C’erano quelli che speravano di vedere risolti finalmente i problemi di tutta una vita fatta di fatiche e di rinunce, coloro che un giorno hanno mangiato a sazietà grazie alla capacità di Gesù di compiere cose straordinarie.
C’erano coloro che hanno sentito battere forte forte il cuore ascoltando Gesù, coloro che hanno provato sensazioni ed emozioni bellissime accanto a lui, coloro che sentendo l’emozione degli altri al suo passaggio non sono riusciti a starsene lontani e controllati.
E noi ci saremmo messi in mezzo alla folla festante? Perché?
VANGELO DELLA SESTA DOMENICA
Ritroviamo Maria, sorella di Lazzaro, di Betania. Nel Vangelo di domenica scorsa l’avevamo vista ai piedi di Gesù mentre gli diceva piangendo “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. Non aveva aggiunto altre parole, contrariamente a quanto aveva fatto Marta che si era intrattenuta con Gesù in un bellissimo e accorato dialogo terminando con una sincera professione di fede: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo»
Mi ha fatto tanto pensare il fatto che abbia pronunciato solo questa frase. Spero di non sbagliarmi.
Non la sento come un lamento o un rimprovero perché Gesù non era arrivato in tempo per evitare che Lazzaro morisse. Piuttosto era una frase piena di dolore, sgorgata da un cuore gonfio di lacrime, perché se Gesù fosse stato li qualche giorno prima e avesse impedito la morte di Lazzaro Lui stesso non avrebbe poi rischiato di morire. Le era ben noto l’odio dei capi dei giudei, nei confronti di Gesù. La risurrezione di Lazzaro sarebbe diventata occasione per la condanna a morte di Gesù. Maria sicuramente conosceva le parole di Gesù in merito al suo futuro patire e morire per poi risorgere. Inoltre l’assiduo ascolto delle parole di Gesù l’aveva resa capace di comprendere il suo cuore, i suoi sentimenti, i suoi desideri. Risento allora la sua frase a Gesù in questo modo: “ma perché non sei arrivato prima? Perché non l’hai guarito? Ora se farai qualcosa per lui rischierai la tua vita!”. Come se avesse anticipato nelle sue parole il tremendo dolore che avrebbe vissuto nel perdere il suo Gesù.
Sei giorni prima della pasqua, dice il Vangelo di oggi, a Betania nella casa di Marta, Maria e Lazzaro c’è una cena per Gesù. Forse una cena di ringraziamento. Maria compie un gesto bellissimo in onore di Gesù: con “trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, cosparge i piedi di Gesù, e poi li asciuga con i suoi capelli, riempiendo dell’aroma di quel profumo tutta la casa.
Gesù aveva vinto la morte di Lazzaro scegliendo nelle lacrime di mettere a rischio la propria vita a causa dell’odio dei capi dei giudei ed era sparito il disgustoso odore di morte. Ora Maria vuole regalare a Gesù un profumo preziosissimo per dirgli che, con la sua gratitudine e il suo amore, l’avrebbe accompagnato nell’affrontare l’odio dei capi di Israele e la passione. Maria, ancora una volta, vede nel profondo il cuore del suo Signore. Mentre tutti festeggiano, lei scorge tracce di una grande preoccupazione e il bisogno di uno slancio di amore gratuito nei suoi confronti. E osa, osa con un gesto esagerato, come era stata esagerata nell’amore la scelta di Gesù di risuscitare suo fratello.
Forse anche per Lazzaro, le due sorelle avevano usato lo stesso profumo. Ora per Maria è ancora più grande il desiderio che sia più forte di quello della morte.
Nei prossimi giorni cercheremo di seguire Gesù da vicino nel ricordo della sua Passione, Morte e risurrezione. Ancora risuonerà il Vangelo della volontà di Gesù di darci vita nel dono della sua stessa vita. Sarà un Vangelo proprio per tutti coloro che sono lacerati nel profondo per la potenza della morte, per il suo tremendo odore presente in ogni angolo del mondo a causa dell’incapacità dell’uomo di scegliere la vita per tutti e di vedere negli altri amici e fratelli. Sentiremo nel nostro cuore il bisogno di vivere e donare un amore esagerato perché vinca la vita unendoci a ciò che ha fatto Gesù?
–
–
Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo