EDITORIALE/MA QUESTE COSTOSISSIME TELECAMERE, SERVONO DAVVERO?



Si moltiplicano, in Valsassina e sul lago ma non solo, i casi di piccoli reati predatori, di furti di borsellini, motorini e quant’altro, nonché di azioni insensate legate a vandalismi e danneggiamenti di vario genere. Parallelamente ed in misura pressoché proporzionale aumenta il numero degli insuccessi da parte delle super celebrate (e costose) telecamere di video sorveglianza. Questo il punto di partenza.

parchimetro divelto dervio 2Dati di fatto, non opinioni: quante volte sono passate in cavalleria azioni criminose magari di piccolo cabotaggio ma comunque in grado di generare fastidio, lo stesso che ministeri e forze dell’ordine da un lato e più pesantemente certe forze politiche dall’altro identificano quale “serio problema”? Sono esattamente quei reati “minori” che però creano la fastidiosa sensazione di una insicurezza diffusa, l’idea un po’ da Bar Sport ma in fondo popolare e dunque sempre da tenere in conto, che ci si senta effettivamente “poco sicuri” – associata all’altra più pesante convinzione che un certo tipo di crimini (furti in testa) sia in qualche modo “depenalizzato”, se non altro per la scarsissima probabilità che ne vengano individuati e puniti gli autori.

Questo giornale non fa delle tematiche securitarie un vessillo. Tutt’altro. Ma una testata giornalistica deve rappresentare in qualche modo il “sentiment” della popolazione che la consulta. E allora non può sfuggire, a nessuno, un tema se vogliamo trasversale: quello della sorveglianza. Anzi: VIDEOsorveglianza. Argomento che catalizza paroloni, sforzi, spese e speranze. Soprattutto spese. Questi “occhi elettronici” costano un botto ma producono poco; quanto fornito è certamente una sensazione (molto teorica, quella appunto di essere maggiormente “protetti”, noi bravi cittadini onesti che nulla abbiamo da celare), accanto a fatture molto abbondanti per chi vende questi ammennicoli e come detto risultati non sempre all’altezza.

POLIZIA LOCALE centrale OperativaSentiamo già l’eco delle proteste, specie in ambito amministrativo: ma come, proprio di recente è stato “beccato” un pirata della strada che aveva steso un ciclista e senza le telecamere come avremmo fatto? Chiaro, UN successo – ma a fronte di quanti flop? Le telecamere (almeno quelle che conosciamo noi, sul nostro territorio) sono generalmente di medio livello qualitativo, la risoluzione delle immagini prodotte piuttosto bassa, le probabilità di identificazione certa altrettanto poco elevate. In compenso, monitorare le riprese comporta ore e ore di lavoro da parte delle forze dell’ordine – soprattutto Polizie locali – in cambio di esiti a dir poco deludenti.

Chi ne gode, a lato dei produttori, è spesso chi le acquista. In termini politici. Amministrazioni comunali, a dire il vero sempre più ‘bipartizan‘ ovvero non solo di centrodestra come si potrebbe immaginare, che si fanno belle usando proprio i temi della sicurezza come biglietto da visita da presentare ai propri elettori. I quali magari ricorderanno gli sforzi profusi (con i soldi loro, non dimentichiamolo) per acquistare questi “grandi fratelli” ma avranno un po’ meno presenti i bilanci in fatto di costi-benefici collegati alle famose telecamere. Dislocate ormai ovunque, ed ovunque quasi sempre inutili – in definitiva.

Prato San Pietro (Cortenova)

Ma allora, Valsassinanews, cosa suggerisci? Di mollare il colpo? Abbandonare la partita, gettare gli impianti tecnologici e rinunciare a questa forma di difesa “passiva”? 
Non sta ad un giornale indicare la via ed orientare la politica nelle sue scelte. Ma è compito dei “cani da guardia della democrazia” secondo la concezione anglosassone dell’informazione rendere conto – come detto – delle sensazioni diffuse, delle famose percezioni dei più. Magari aiutando a ricomporre il quadro, questo sì. Perché spesso si hanno davanti tutti gli elementi ma li si lascia sparsi sul tavolo, e così sfugge il complesso delle situazioni.
Modeste proposte da parte nostra? Se proprio si deve investire sugli occhi elettronici – il che non è propriamente prescritto da nessun medico – almeno che lo si faccia con giudizio, affidandosi ad impianti “seri”, in grado ad esempio di identificare con certezza le targhe delle auto coinvolte.
Ma già così stiamo invadendo un campo che non è nostro.

Buon lavoro a “chi di dovere”.

VN

 

 

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