LECCO – Caro Direttore, a volte camminando tra nostri affascinanti paesi, se si presta un poco di attenzione, si possono annotare curiosità che poi ci spingono a qualche riflessione, anche sull’etimologia di parole che ormai sono diventate patrimonio comune, non fosse altro perché identificano località e riferimenti territoriali note ai più.
Se ad esempio si transita sul Passo del toro o sulla Cresta della giumenta viene naturale chiedersi da dove derivino queste diciture anche se è opinione comune che da quelle parti deve aver trovato un incerto destino l’animale in questione, lasciando così una traccia indelebile del suo passaggio e della sua fine, su quelle montagne. Quando si parla, invece, di Passo del cammello sarebbe davvero poco credibile sostenere che il gobbuto quadrupede, magari fuggito da un antico circo equestre di passaggio, sia salito fin lassù per esalare l’ ultimo respiro sotto al Resegone: il problema si risolve solo guardando attentamente lo skyline di quel versante che consente di individuare facilmente i due monticelli, o gobbe che dir si voglia, che hanno dato il nome a quel tratto di cresta.
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