MARGNO – Potrebbero presto non essere più un peso per la comunità i cervi delle Betulle, animali ospitati nel recinto di quel parco faunistico che parco non è, e che non si sa ancora con chiarezza a chi appartengano.

La loro sorte verrà ad ogni modo decisa negli uffici della Provincia, competenti sulla fauna selvatica, e l’impressione è che si voglia evitare che per un secondo inverno le istituzioni si vedano costrette a garantire loro il fieno. Liberando inoltre i recinti dai loro abitanti il Comune, proprietario della sfortunata area naturalistica, potrebbe finalmente pianificarne un futuro concreto.

Una vicenda complessa e sulla quale, dalla morte poco chiara di una cerva lo scorso dicembre, indagano la Procura e gli ispettori del Corpo forestale dello Stato. Proprio con lo scopo di liberarsi degli animali lo scorso dicembre si verificò in Prà Cainarca un maldestro tentativo di cattura, seguito pochi giorni dopo dalla morte dell’animale e dal clamore mediatico, la situazione perciò si cristallizzò nonostante da villa Locatelli spuntò un documento che permetteva la cattura e il trasporto in altra sede dei cervi e del capriolo, in quel momento ancora vivo.

Per ora non vi è certezza di alcuna soluzione, il maschio adulto, la femmina e i due esemplari giovani potrebbero venire rimessi in libertà – la loro condizione in effetti non è mai stata di completa cattività e non dovrebbero avere problemi ad adattarsi a un habitat più vasto e non recintato – ma pure potrebbero essere consegnati a un macellaio come nelle intenzioni dello scorso inverno.

Tutto ciò però senza che ancora sia stata fatta chiarezza sulla proprietà degli animali: alcuni sarebbero stati acquistati dalla Provincia, altri apparterrebbero alla Cooperativa Kwa che nell’aprile 2015 lasciò per fallimento la gestione della struttura, ma il condizionale qui è d’obbligo, e chissà se lo resterà.

C.C.