PASTURO – “Stop bombing Aleppo” cita uno striscione trovato ieri mattina sulla croce in cima alla Grigna Meridionale.
La neve candida della notte precedente e il manto imbiancato sulla cima della Grignetta fanno a pugni con il sangue riversato in Siria. Lentamente la neve sta liquefacendosi sotto i nostri piedi, bagnata dal sangue dei tanti caduti in guerra.
Nonostante sia una credenza comune, a quanto pare non viviamo nell’epoca del menefreghismo totale se qualcuno ha deciso di lasciare un messaggio di pace durante un momento di quiete come quello dell’arrivo in vetta. Che la pace sia con voi, dicono i credenti, quella stessa tregua decantata dalla vista del primo panorama innevato mozzafiato che comunque non ci allontana dalla realtà.
Qualcuno ha raggiunto i 2177 metri di quota, mantenendo i piedi per terra. “Stop bombing Aleppo” – ossia smettetela di bombardare Aleppo – è un messaggio di pace per chi dal 2012 vede la propria serenità svanita, per quella terra lontana – la Siria – che si fa sempre più vicina.
Dal 2012 la Siria è protagonista di una guerra civile che ancora non si è conclusa, macinando oltre 250’000 vittime e un numero di oltre 4 milioni di rifugiati politici all’estero. La guerra ha avuto tanti nomi per i suoi spettatori: è la guerra dell’Isis, è la guerra dei profughi, ma come ogni guerra è il conflitto dei civili che ne sono vittime.
Da conflitto interno si è passati ad una guerra che ha visto il coinvolgimento di altri Stati: Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna in aiuto alla fazione siriana; mentre il governo di Damasco riceve sostegno da Russia, Iran e Corea del Nord. L’unione di forze ha generato il dimezzarsi del senso civico, per tanto al grido di “Stop bombing Aleppo” la speranza di una tregua resta solida.
Che la calma della neve depositata sulla cima delle montagne lariane sia d’auspicio per il placarsi di ogni ira, consapevoli che la vita è una sola e il ciclo continuo delle stagioni ce ne ricorda la durata.
Martina Panzeri
Foto di Mirco Riccardo