VALSASSINA – Una cinquantina di chierichetti provenienti dalle varie realtà pastorali della Valsassina con i loro accompagnatori, con gruppi numerosi da Premana, Cortenova/Primaluna/Introbio e Pasturo, hanno voluto essere presenti nel Duomo di Milano al Giubileo Diocesano loro dedicato con il passaggio della Porta Santa assieme a più di tremila loro coetanei che prestano servizio dell’altare di Gesù con dedizione ed impegno. A guidarli don Marco Mauri, parroco della Comunità Pastorale Madonna della neve.
Intenso il momento in cui l’Arcivescovo Angelo Scola ha annunciato un evento importante: la visita di Papa Francesco che sarà a Milano il 25 marzo 2017.
Ed è’ Scola ad elogiare questi ministranti e le ministranti: “Vi vedo attenti e questo mi fa piacere perché vuol dire che siete consapevoli del gesto che state compiendo. Noi siamo pietre vive: guardate questo stupendo Duomo che, con la nuova illuminazione, noi vediamo nel suo splendore, come prima generazione che lo può fare. Eppure questo tempio conosciuto in tutto il mondo è niente rispetto al tempio di pietre vive che noi siamo, lasciandoci riunire da Gesù che è venuto e viene in mezzo a noi. La potenza dello Spirito Santo è e resta dentro la storia. Gesù è in noi, sopra di noi e con noi: è una compagnia bellissima il cui cuore è l’Eucaristia. Voi avete il grande privilegio di servire all’altare e di aiutare il sacerdote nel gesto più grande che possiamo compiere perché è partecipazione diretta alle grandi opere con cui Gesù redime e libera ogni donna e uomo nell’abbraccio della sua Misericordia”.
Il cardinale ricorda un episodio avvenuto nella natia Malgrate nel 1951 quando Scola aveva dieci anni: “Un compito importantissimo. A Malgrate, nel mio paese venne in visita il beato Schuster e il sacerdote ci disse che avremmo dovuto essere in chiesa alle 3 del mattino. Quando arrivò il Cardinale si mise in ginocchio sull’altare e lì stette fermo due ore in preghiera. Io non ce la facevo più, ma vi assicuro che quella scena mi è rimasta in mente e vi sono ritornato poco prima di diventare prete, come segno della grandezza che noi cristiani diamo, nel partecipare al Mistero eucaristico di Gesù, potendolo servire. Questo è il modo più diretto per dirvi la bellezza del vostro compito”.
I chierichetti dalla Diocesi inoltre sono stati protagonisti di un gesto generoso, raccogliendo offerte per i terremotati del Centro Italia.
Non è mancato un abbraccio che l’Arcivescovo ha voluto fare rivolgendosi ad ogni singolo: “Ragazze, ragazzi, siate vivi. Avete davanti l’avventura bella della vita, ma ciò che cambia il mondo è la tua persona, la nostra comunità, è la compagnia della Chiesa. L’Arcivescovo vi sta vicino, vi è grato per la bella testimonianza, vi accompagna, con i sacerdoti e i genitori, ed è come se vi abbracciasse a uno a uno”.